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Cronaca

Scandalo Keu. Chimet e Tca indagate: "Estranei ai fatti, lo dimostreremo"

I reati ambientali ipotizzati sarebbero legati al conferimento di un rifiuto (scoria vetrosa di fusione) nell’impianto “Lerose” di Bucine

È arrivata in queste ore la notifica con la quale la procura distrettuale antimafia di Firenze ha dato conto della conclusione delle indagini preliminari. A ricevere l’avviso sono stati, tra gli altri, tre dirigenti della Chimet spa e altrettanti della Tca di Castelluccio, aziende leader nella lavorazione e recupero di metalli preziosi. Le due realtà imprenditoriali sono state oggetto di approfondimento da parte della magistratura di Firenze in quella che è stata ribattezzata l’inchiesta Keu. I reati ambientali ipotizzati sarebbero legati al conferimento di un rifiuto (scoria vetrosa di fusione) nell’impianto “Lerose” di Bucine.

La conclusione delle indagini e gli avvisi

In tutto, nella giornata di giovedì 24 novembre, sono stati 26 gli avvisi di conclusione indagini recapitati ad altrettanti imprenditori, esponenti politici e dirigenti di enti pubblici che, a vario titolo, risulterebbero coinvolti nello scandalo Keu. Tra questi ci sono i vertici del consorzio dei conciatori, funzionari, dirigenti regionali, politici. Così come ricostruito nei mesi passati dagli inquirenti, i fanghi tossici di conceria erano affidati alla ditta Lerose, i cui titolari, secondo il capo d’imputazione, sarebbero legati alle cosche di ‘Ndrangheta dei Grande Aracri e dei Gallace. Ma nell’inchiesta sono finite anche due note aziende aretine: Chimet e Tca.

La posizione di Chimet spa

Così come reso noto in queste ultime ore: “L’azienda contesta fermamente di aver operato al di fuori di ciò che prevede la legge e di ciò che le autorizzazioni, anche dell’impianto Le Rose, consentivano di fare. Chimet ritiene che vi sarà tempo e modo per dimostrare la propria estraneità ai fatti contestati”.

La nota di Tca

“Apprendiamo che il pubblico ministero di Firenze ha avanzato ipotesi di reato a carico di svariati soggetti tra i quali tre della nostra impresa per vicende collegate al conferimento a recupero di rifiuti presso l’impianto dei Lerose. Siamo stupiti della contestazione che ci coinvolge e auspichiamo che sia fatta completa chiarezza. Daremo ogni ultime supporto a dimostrazione della nostra estraneità alle condotte contestate. Siamo comunque sconcertati nell’apprendere delle ombre legate alla società, autorizzata dagli enti preposti, di cui quindi conferivamo gli scarti di lavorazione. Saremo come sempre collaborativi con le autorità e allo stesso tempo ci riconosciamo nella richiesta di raggiungere la completa chiarezza in questa grave vicenda”.

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