Parte da un ristoratore aretino la battaglia contro il colosso TheFork
La app di Tripadvisor consente di prenotare un ristorante approfittando di sconti fino al 50%. Antonino Leo, ristoratore di Badia Agnano e referente Tni Italia spiega: "Mina il principio di concorrenza leale, faremo ricorso all'Antitrust"
Ha una testa aretina il movimento che sta pensando a un ricorso all'Antitrust contro il colosso TheFork, app di Tripadvisor che consente di prenotare un ristorante approfittando di sconti fino al 50%. "La strategia di marketing va a minare il principio di concorrenza leale tra ristoratori", sostiene Tutela Nazionale Imprese (Tni) Italia, sindacato del settore ricettivo e della ristorazione. Referente dell'associazione è Antonino Leo, ristoratore di Badia Agnano. E' originario della Puglia, ma in Toscana vive da oltre 20 anni.
Il caso TheFork
Sulla questione TheFork dice: “Riceviamo tantissime proteste dai ristoratori, obbligati a fare sconti per essere visibili su TheFork. Riteniamo che ciò vada a minare il principio di concorrenza leale tra i ristoratori e possa costituire motivo di esposto all'autorità garante, oltre che rappresentare una corsa al ribasso che va a scapito della qualità. Molti ristoranti sono usciti dalla piattaforma, anche perché di frequente i clienti che prenotano tramite TheFork, potendo fissare il tavolo in più locali contemporaneamente, non si presentano, a totale totale danno del ristoratore a cui viene a mancare l’incasso”, prosegue Leo.
Il ricorso all'Antitrust
E così sta maturando l'idea di un ricorso all'Antitrust contro TheFork. Sul caso stanno lavorando gli avvocati di Tni Italia, che, su sollecitazione del ristoratore milanese Marco Chiumenti, ha lanciato a livello nazionale un sondaggio. “Raccontaci la tua esperienza ed esprimi la tua opinione su TheFork”, è l'invito di Tni Italia ai ristoratori che utilizzano la piattaforma. Il sindacato ha già fatto due scioperi contro le multinazionali del settore food, una battaglia che però non si è esaurita. “TheFork, controllata da Tripadvisor, è una multinazionale che non ha sede legale in Italia e che perciò non ha la stessa imposizione fiscale delle pmi italiane, tra cui – sottolinea ancora Leo - gli stessi ristoranti che sono in sofferenza ancora di più oggi, con i rincari energetici e i rialzi delle materie prime. Per questo – conclude – stiamo valutando, con la collaborazione degli stessi colleghi e insieme ai legali, un ricorso all'autorità garante della concorrenza”.