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Cronaca

Riciclaggio internazionale: arresti e sequestri milionari. Nove aretini indagati, 2 aziende orafe nel mirino

Tra i denunciati a piede libero ci sono anche due imprenditori

Maxi operazione internazionale contro il riciclaggio: Arezzo nell'occhio del ciclone con nove persone indagate, di cui sette denunciate a piede libero e due in manette. Due le aziende orafe finite nel mirino degli inquirenti.

Il contesto internazionale

L'indagine è frutto di una collobrazione internazionale tra i militari della Guardia di Finanza di Firenze (Nucleo Polizia Economico-Finanziaria) e della Gendarmeria Francese (“Sezione Ricerche” di Marsiglia). Trecento le unità coinvolte nell'operazione, con il supporto di personale specializzato tecnico forense dell’agenzia Europol, organismo che supporta le autorità nazionali dei Paesi membri nel contrasto di criminalità internazionale e terrorismo. Gli investigatori hanno stretto il cerchio attorno a un sodalizio specializzato nel riciclaggio di soldi e preziosi rubati, operante tra l'Italia e la Francia. Sono in tutto 19 le persone arrestate, in prevalenza di origine nord-africana.

Sequestri milionari

L'operazione, preceduta da una lunga e laboriosa attività investigativa durata due anni, è stata denominata “Collecteurs 13", per identificare i "collettori” di denaro e il distretto nazionale 13, quello della polizia transalpina impegnata. In tutto sono stati sequestrati oltre 550mila euro di denaro contante, oro per più di un milione di euro, numerosi orologi di lusso e dieci autovetture. La merce è stata individuata durante l’esecuzione di trenta perquisizioni effettuate in Francia (Parigi, Marsiglia, Frejus, Ivry, Bagnolet, Montpellier, Grenoble e Orvault) e in Italia (nelle province di Firenze, Arezzo, Brescia e Roma). Il coordinamento dell'autorità giudiziaria italiana è della Procura della Repubblica di Firenze (magistrato Beatrice Giunti), quello francese  del Tribunal de Grande Istance di Marsiglia. A cui si è aggiunta, come detto, la collaborazione tecnica e logistica dell’agenzia Europol. Nella sede olandese de L’Aja dell'Europol sono avvenute molte riunioni operative tra le forze di polizia italiana e francese.

La tecnica Hawala

L'Europol - spiegano finanzieri - ha accertato un “collaudato” sistema fraudolento utilizzato per riciclare denaro attraverso la tecnica “Hawala”. Tale meccanismo (in pratica una sorta di rete bancaria “sommersa” basata su rapporti fiduciari degli affiliati) è di sovente usato da criminali stranieri per trasferire somme di denaro (anche ingenti) nei Paesi di origine (Africa, Asia e Medio Oriente) senza utilizzare i canali ufficiali (intermediari finanziari e agenzie di money transfer che lasciano “traccia” del movimento). In sintesi, con il sistema “Hawala”, un soggetto che opera in Europa (il cosiddetto broker-hawala, a cui viene consegnato il contante da un potenziale cliente) dà indicazioni (con sistemi di comunicazione difficilmente intercettabili) ad un suo “omologo” (residente nel Paese estero ove il denaro deve essere inviato) affinché recapiti la stessa somma di denaro (decurtata della sua “provvigione” di mediazione) alla persona destinataria dei fondi.

Dai 5 ai 7 milioni al mese

Il grosso dei movimenti era affidato a cittadini francesi di origine Algerina, che raccoglievano il denaro contante (che poteva variare dai 10mila euro fino a più di 700mila per volta), frutto di illeciti, come lo spaccio di droga o l'evasione delle tasse francesi, per consegnarlo a un coordinatore francese che si assumeva l'onore del trasferimento in Algeria. In un solo mese le somme variavano dai 5 ai 7 milioni di euro.

Il caso Arezzo

Ed ecco che entra in gioco anche la provincia aretina: qui, infatti, era una delle zone più "vocate" per il reperimento di preziosi per il riciclaggio del denaro sporco. Nove i soggetti indagati dalla Finanza sul territorio, sette aretini e due francesi dimoranti nell'Aretino. Questi ultimi, di origine africana, sono stati arrestati Oltralpe. Gli italiani sono invece a piede libero. Due sono imprenditori e le loro ditte sono finite nel mirino delle Fiamme gialle che le hanno perquisite (al pari delle loro abitazioni). In particolare, l'associazione criminale era riuscita ad acquistare con il denaro sporco - trenta chili d'oro, riporta la Finanza, per un valore di circa 600mila euro - "da due intermediari commerciali dell’Aretino compiacenti, a cui è stata notificata la ratifica dell’Autorità giudiziaria italiana dell’Ordine Europeo di Indagine". L'oro veniva poi portato in Francia e successivamente, mediante imbarcazioni pubbliche, in Algeria, grazie all’operato di personale compiacente delle compagnie di navigazione. Veniva nascosto in doppi fondi negli abitacoli di alcune automobili imbarcate nei traghetti.

Foto da FirenzeToday

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