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Cronaca

Revocata l'ordinanza anti Lyssavirus ad Arezzo. Il caso dei cani già accalappiati che restano nel limbo

Kira potrebbe tornare a casa ma soltanto in opportuno isolamento. La misura cesserà di essere valida a mezzanotte: i cani trovati fuori dalle abitazioni senza guinzaglio non rischiano più la quarantena

Revocata l'ordinanza anti-Lyssavirus del Comune di Arezzo, da mezzanotte i cani che verranno trovati fuori dalle proprie abitazioni e che saranno accalappiati, potranno essere subito restituiti ai legittimi proprietari, senza che passino mesi e mesi al canile in isolamento. La revoca è dovuta a un differente conteggio delle tempistiche delle misure di contenimento.

I cani nel limbo

Resta tuttavia in sospeso le situazione degli animali finiti in quarantena fino ad ora, durante il periodo di validità dell'ordinanza. Tra i cani reclusi a seguito della misura precauzionale, ci sono infatti Kira e Otto, i cui casi erano diventati di dominio pubblico a seguito dello sfogo dei rispettivi padroni. Otto è rimasto lontano dalla propria famiglia quasi un mese e mezzo (da inizio luglio), mentre Kira lo è da una settimana, dopo essere fuggita la notte dei fuochi di San Donato, perché spaventata dai rumori. Una circostanza, quella della fuga dei cani in concomitanza con lo spettacolo pirotecnico, su cui erano già intervenute, in maniera critica, le associazione animaliste Enpa Oipa e Wwf con una nota.

Per quanto riguarda Kira, la cagnolina potrebbe tornare a casa anzitempo, ma solo perché avrebbe la possibilità di scontare un isolamento domiciliare, in un spazio ricavato nel giardino. Serve tuttavia il via libera dell'autorità sanitaria per scrivere il lieto fine.

Il perché della vecchia ordinanza

La revoca dell'ordinanza (la numero 143 del 28 giugno) è dovuta a un conteggio differente dei giorni di validità delle prescrizioni per il contenimento di "infezione rabida" che "cessano di avere efficacia da oggi, mercoledì 12 agosto", spiegano dal Comune di Arezzo.

L'ordinanza era stata emessa a seguito della morte di un gatto per un particolare tipo di Lyssavirus ed aveva validità di per due mesi, recitava così:

Fino al 27 agosto compreso, i cani, anche se muniti di museruola, non possono circolare se non condotti al guinzaglio; i cani accalappiati rinvenuti vaganti non siano restituiti ai possessori se non abbiano subito favorevolmente il periodo di osservazione di 6 mesi, riducibili a 2 qualora vengano sottoposti a vaccinazione antirabbica postcontagio con le modalità stabilite dal Dpr 08.02.54 n. 320, art. 87 e con addebito delle spese agli stessi possessori; i possessori di cani segnalino immediatamente all'autorità comunale l'eventuale fuga dei propri cani ovvero il manifestarsi in essi di qualsiasi sintomo che possa far sospettare l'inizio della malattia come ad esempio cambiamento d'indole, tendenza a mordere, manifestazioni di paralisi, impossibilità della deglutizione.

Cosa dice la nuova ordinanza

Il sindaco Alessandro Ghinelli ha firmato così una nuova ordinanza (la numero 153) "dopo aver preso atto - spiega ancora l'amministrazione - della nota del dipartimento di prevenzione e sanità pubblica veterinaria della Azienda Usl Toscana Sud Est, con cui si spiega che il Centro di referenza nazionale per la rabbia individua quale ultima data di possibile contagio l’ultimo giorno in cui l’animale ha avuto accesso ad ambiente esterno non confinato e in assenza dei proprietari o dei veterinari curanti. Tale data è da identificarsi nel giorno di sabato 13 giugno, cioè quando il gatto infetto da Lyssavirus è stato trasferito da Arezzo alla clinica veterinaria Valdinievole di Monsummano Terme (Pistoia), dove l’animale è rimasto segregato fino al decesso.I termini entro cui devono essere applicati i provvedimenti per il contenimento dell'infezione decorrono quindi dal 13 e non dal 26 giugno, come indicato in precedenza, e scadono oggi e non il 27 agosto". Insomma, gli ultimi giorni hanno portato a un approfondimento della questione con la rideterminazione delle tempistiche.

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