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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca

"Così mio figlio è stato rapinato dopo la scuola", rito abbreviato per il 20enne accusato di 18 colpi

Questa mattina si è svolta l'udienza preliminare di fronte al giudice Fabio Lombardo

"Era da poco uscito da scuola, stava tornando a casa. All'improvviso si è sentito abbracciare ed è iniziato l'incubo", il racconto è serrato, le parole sono quelle pronunciate da una mamma che questa mattina, insieme ad altri genitori e a due delle vittime, ha assistito all'udienza preliminare che vede imputato il giovane accusato di rapine agli studenti.

L'udienza preliminare

amiliari e vittime hanno assistito a tutta l'udienza, celebrata a porte chiuse di fronte al giudice per le indagini preliminari Fabio Lombardo. Non si sono costituiti parte civile, ma hanno deciso che saranno in aula anche il prossimo 12 dicembre, quando è attesa la sentenza. Il giovane infatti, assistito dal legale Andrea Palazzeschi, ha chiesto il rito abbreviato condizionato alla presentazione di un documento. 

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Il racconto della madre

Per le famiglie è stato un momento emotivamente molto coinvolgente. L'aggressione vissuta dai figli, la paura che hanno visto impressa nel loro volto in quei giorni difficilmente sarà dimenticata. E i racconti si fanno toccanti: 

"Erano le 12,30 circa e mio figlio camminava nei giardini del Porcinai - prosegue nel racconto la mamma -. Il rapinatore lo ha stretto in una sorta di abbraccio, probabilmente per non dare nell'occhio dei passanti, e lo ha costretto a seguirlo in un androne in viale Michelangelo. In quel luogo riparato lo ha minacciato e gli ha chiesto soldi. Mio figlio non ne aveva, glielo ha detto e gli ha consegnato il telefono cellulare. Lui  però non lo ha voluto: aveva bisogno di contanti. Così  ha iniziato a perquisirlo sia addosso che nello zaino. A quel punto ha capito che mio figlio diceva la verità e lo la lasciato dicendo che scherzava".

In realtà però il 20enne kossovaro non scherzava affatto. Al figlio della donna, all'epoca 17enne, non fu torto un capello. Ma molti degli altri 17 ragazzini (solo 3 erano appena maggiorenni, gli altri tutti piccoli, uno addirittura 13enne) furono anche malmenati: uno riportò la frattura del setto nasale per essersi opposto alle richieste, un altro finì in ospedale per un trauma ad un braccio. Pugni e minacce, ma non solo. Durante l'udienza preliminare di questa mattina sarebbe emerso che il 20enne aveva anche un coltello con il quale ha minacciato alcune delle vittime. Per questo il capo di imputazione prevede anche l'aggravante dell'uso di un'arma. 

l giovane fu arrestato lo scorso 22 maggio dalla Squadra Mobile di Arezzo. Tossicodipendente e con alle spalle una serie di precedenti, raggiungeva Arezzo dalla Casentino e iniziava le sue scorribande già in treno o in autobus.

La sentenza sarà pronunciata tra poco meno di tre mesi: il rito abbreviato prevede uno sconto di un terzo della pena. Ma il capo di imputazione resta pesantissimo. 

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