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Cronaca Centro Storico / Via Antonio Guadagnoli

Rapinata in centro. Il figlio dell'aggredita "Mia mamma? È meno tranquilla. Lavoro straordinario della Squadra Mobile"

Francesco Marcantoni attraverso i social esprime la propria gratitudine nei confronti degli agenti della Squadra Mobile della polizia di Arezzo per aver rintracciato e arrestato l'autore dell'aggressione e scippo

"Grazie alla Squadra Mobile per il grande lavoro". Francesco Marcantoni, figlio della 75enne aggredita e derubata lo scorso autunno mentre camminava lungo via Guadagnoli, attraverso i social esprime la propria gratutidine nei confronti degli agenti aretini che, dopo attente e accurate indagini, sono riusciti ad arrestare l'uomo che quel tremendo pomeriggio si era scagliato contro la signora per rubarle la borsetta. Nella circostanza, la vittima si era vista raggiungere alle spalle da uno sconosciuto il quale, dopo averla strattonata, l'aveva colpita con violenza con un ombrello per poi impossessarsi della borsetta al cui interno c'erano 150 euro in contanti e il telefono cellulare. Nello scontro la donna riportò echimosi e contusioni giudicate guaribili in 10 giorni anche se ancora oggi, in seguito a quanto accaduto, dovrà sottoporsi ad interventi chirurgici. Ieri la buona notizia. Il responsabile dell'aggressione, un 21enne di origini nigeriane, è stato rintracciato e arrestato.

"La capacità d'indagine della squadra mobile della polizia di Arezzo - spiega Francesco attraverso i social - che non si è data mai per vinta fin dalla sera stessa dell'accaduto, unita alla tecnologia (il tracking di "trova il mio iphone" è stato veramente utile) ha finalmente portato all'arresto del nigeriano 21enne (lo definirei un impavido eroe) che prese a calci e ombrellate mia madre per rubarle la borsa qualche mese in centro ad Arezzo. Ringrazio pubblicamente tutta la squadra mobile e il vice questore Pietro Luca Penta per il loro lavoro, spesso non debitamente riconosciuto a livello pubblico".

Fondamentale per il buon esito dell'operazione sarebbe stata la tempestività d'intervento dei poliziotti oltre all'accurata e precisa descrizione dell'aggressore fornita dalla donna. "Ricordo il sabato pomeriggio che fummo convocati in questura per fornire ulteriori dettagli sul tracking - aggiunte Francesco - ricordo che tutta la squadra (anche chi ufficialmente era a riposo) si trovava al lavoro per non rischiare di perdere le tracce e vanificare ogni possibilità di buona riuscita. Al giorno d'oggi si dà per scontato il lavoro immane che queste persone fanno, anche a discapito del loro tempo o della loro stessa vita, perché ricordiamocelo che quelli con cui hanno a che fare sono crominali senza scrupoli. Adesso speriamo che la giustizia faccia il suo corso. Intanto mia madre si dovrà operare alla spalla per le conseguenze di questo atto spregevole e si muove per la città con molta meno sicurezza di quella che aveva prima".

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