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Cronaca Pieve Santo Stefano

Ascia o machete, violenza e volti coperti. Due rapine prima dell'Autogrill: l'ipotesi della stessa banda

Ci sono stati due episodi simili nell'Altotevere umbro nei giorni precedenti al tentativo di rapina di Pieve Santo Stefano

E' la stessa banda? E' uno degli interrogativi che si stanno ponendo gli investigatori che seguono i casi delle rapine o delle tentate rapine in Valtiberina e nell'Altotevere umbro. Perché la lista dei casi si è allungata: l'episodio dell'Autogrill di Pieve Santo Stefano non sarebbe isolato.

I punti in comune

L'ultimo episodio si è verificato nella sera fra lunedì e martedì nell'area di sosta di Pieve Santo Stefano, lungo la E45. Ma nel lungo week end di Natale ci sono stati ben due colpi in Umbria: uno nella frazione tifernate di San Secondo e l'altro proprio a Città di Castello.

I punti in comune fra i tre casi sono diversi: i malviventi si sono presentati con il volto travisato o comunque non riconoscibili; nelle rapine hanno brandito un lungo coltello – per qualcuno pare fosse un machete per altri una più comune ascia/roncola – gridando di volere l'intero incasso. In tutti i casi erano due a presentarsi e portare via i soldi, mentre un terzo componente della banda era in auto, con la quale i malviventi erano pronti a fuggire. Qualcuno dei testimoni sostiene che se ne siano andati con una vettura nera e di grosse dimensioni.

I precedenti

In Altotevere è stato un week end di Natale macchiato da due rapine, con uomini che non disdegnano di usare la violenza per poter portare via soldi. Due casi a poca distanza l'uno dall'altro: in uno hanno brandito un lungo coltello e nell'altro hanno picchiato un anziano per farsi consegnare il marsupio.

Il primo è accaduto in un distributore di carburante, in una frazione a sud del Comune di Città di Castello. Era quasi l'orario di chiusura quando si sono avvicinati all'attività commerciale, due persone a piedi: i volti erano resi irriconoscibili da cappellini e da sciarpe. Quando sono entrati nell'area di servizio, si sono diretti decisi e con passo fermo, verso il piccolo gabbiotto dove è sistemata anche la cassa e alcuni prodotti per l'auto in vendita. Qui, hanno tirato fuori un lungo coltello, tipo machete, e hanno intimato al gestore di consegnarli l'intero incasso, circa mille e cinquecento euro. L'uomo non ha potuto fare altro che eseguire. I due, poi, sono usciti e hanno ripreso a camminare lentamente verso la strada. Non si esclude che, nascosto da qualche parte, ci fosse un terzo uomo, un complice, che li stesse aspettando a bordo di una vettura.

Il secondo è avvenuto, invece, all'ora di cena a due passi dal centro storico di Città di Castello, in un condominio. Un sessantenne tifernate stava rientrando in casa: era nell'androne del palazzo, quando è stato letteralmente aggredito da due uomini. La coppia, probabilmente, aveva seguito l'uomo – che con se aveva un marsupio – per rapinarlo. I due assalitori hanno atteso che il sessantenne entrasse nel condominio e, prima che il portone (dotato di un sistema a molla) si chiudesse, sono passati all'azione: lo hanno aggredito da dietro, cercando di strappargli il marsupio che aveva con sé. L'uomo ha desistito al tentativo di rapina ma i due lo hanno colpito alla testa diverse volte. Alla fine il sessantenne ha ceduto, consegnando il marsupio. Nella foga della fuga i due lo hanno danneggiato e si è aperto, facendo cadere gli oggetti contenuti all'interno, ovvero un cellulare, le chiavi e un portafoglio, I malviventi sono scappati portando con se i pochi oggetti che ancora erano all'interno della borsa da uomo. Il tifernate, dopo essersi rialzato ed essersi ripreso dallo choc, ha chiamato subito gli agenti del commissariato che, ora, stanno indagando per cercare i due. Intanto il sessantenne è stato portato in ospedale: per lui sono 7 i giorni di prognosi.

A questi due episodi di violenza, si aggiunge il terzo, a Pieve Santo Stefano. Risale alla notte tra lunedì 26 dicembre e martedì 27. Era da poco passata la mezzanotte quando la banda è entrata in azione. Sono entrati all'interno dell'Autogrill dell'area di servizio sulla E45 nei pressi dell'uscita di Pieve Santo Stefano Sud: brandendo l'arma, hanno intimato al dipendente all'interno del bar di aprire la cassa e consegnare loro il contenuto. Dentro l'esercizio, al momento dell'irruzione, c'era anche un cliente. Attimi di terrore nella struttura, prima che l'arrivo di una vettura nel piazzale non mettesse in allarme i tre malviventi. Il "palo" piazzato all'ingresso ha infatti avvertito i complici dei movimenti nel parcheggio antistante l'Autogrill, così tutti i banditi mascherati si sono dati alla fuga, senza rubare niente. Le indagini sull'accaduto sono portate avanti dai carabinieri della compagnia di Sansepolcro, che stanno visionando i filmati delle telecamere di sicurezza per rintracciare informazioni utili alla ricostruzione dell'accaduto e al ritrovamento dei responsabili.

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