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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Terremoto in Turchia, il ritorno dei vigili del fuoco: "Il dolore e l'accoglienza unica per noi italiani"

Le macerie tra le quali scavavano erano quelle di un condominio abitato soprattutto da giovani famiglie con bambini. I solai erano crollati uno sopra l'altro e a complicare le cose, oltre alle numerosissime scosse di assestamento, c'era anche il freddo pungente

Sono rientrati ieri ad Arezzo dopo aver trascorso sei giorni tra le macerie e la devastazione causati dal terremoto che ha messo in ginocchio la Turchia e la Siria. Due vigili del fuoco e due addetti dell'emergenza urgenza sono tornati con l'intero team Usar (Urban search and rescue) partito per primo per questa missione internazionale per prestare soccorso alle popolazioni messe a durissima prova.

In quei giorni due vite sono state salvate. Ma le speranze di trovare altri supersiti ora dopo ora si sono assottigliate. Diciassette persone - soprattutto bambini e giovani genitori - sono state estratte senza vita. Sono morte nel luogo che forse credevano più sicuro: le mura della propria casa, l'abbraccio di una mamma e di un babbo. I loro corpi sono stati riconsegnati alle famiglie per un ultimo, straziante, saluto. 

"E' stata un'esperienza importante per tutti noi - racconta Filippo Barbagli, uno dei vigili aretini - per me era la prima missione internazionale. Come sempre nelle nostre attività, abbiamo fatto un lavoro di squadra. Questa volta al nostro fianco abbiamo avuto anche due sanitari dell'emergenza urgenza, sono stati davvero preziosi e hanno dato un contributo notevole". 

La squadra Usar è arrivata ad Antiochia con la consapevolezza di trovarsi di fronte ad una vera catastrofe, avvenuta in un luogo complesso dal punto di vista geografico e politico. 

"Ci siamo mossi con rispetto e attenzione - racconta - e, nonostante la drammatica situazione, abbiamo trovato persone splendide, di grande umanità. E ci hanno accolto in modo stupendo". 

Il sito dove hanno lavorato si trovava in un quartiere residenziale di Antiochia. Le macerie tra le quali scavavano erano quelle di un condominio abitato soprattutto da giovani famiglie con bambini. I solai erano crollati uno sopra l'altro e a complicare le cose, oltre alle numerosissime scosse di assestamento, c'era anche il freddo pungente. 

"Ogni notte il termometro scendeva fino a -3, -4 gradi. Le speranze di trovare sopravvissuti si affievolivano di ora in ora".  

La missione si è conclusa ieri. "Il contingente di vigili del fuoco italiani - ha spiegato in una nota il Corpo dei Vigili del Fuoco - sarà avvicendato da un nuovo team composto da quarantotto soccorritori Usar (Urban Search And Rescue) di Lazio, Toscana, Lombardia, Piemonte, Friuli Venezia Giulia, Umbria e Veneto". 

Nel viaggio di ritorno del team Usar, prima di arrivare all'aeroporto turco, i vigili hanno fatto una sosta. "E' stato davvero toccante: eravamo in un'area di servizio e al nostro passaggio ci hanno sorriso e applaudito. Ma noi eravamo lì solo per fare il nostro lavoro". 

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