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Cronaca Pescaiola / Via Giordano Bruno

"Io, aggredito perché di colore mentre ero fuori con il cane. Il virus sta distruggendo le persone"

Il racconto della giovane vittima: "L'episodio è avvenuto in via Giordano Bruno. Ho avuto paura". Il 30enne, che abita a Pescaiola, sarebbe stato insultato, minacciato e poi colpito alla testa

Un'aggressione a sfondo razziale si è verificata in via Giordano Bruno. A raccontare i contorni dell'accaduto è la vittima, un giovane, nemmeno 30enne, che abita e lavora ad Arezzo. "Sono stato vittima di tante aggressioni e tanti episodi di razzismo,- racconta - ma stavolta è stato strano. Ho avuto paura. Paura davvero. Questa storia del coronavirus sta distruggendo le persone. Alimentando in loro l'odio e la paura del diverso". L'episodio si è consumato ieri, così come raccontato da chi l'ha subito: "Ero fuori con il cane nel parchino dietro casa e - ammette - sono d'accordo, non dovevo essere lì, ma questo non giustifica il fatto di essere aggrediti. Sono stato raggiunto di corsa, spinto e picchiato da un ragazzo". In base alla versione fornita ai poliziotti, la vittima sarebbe stata avvicinata dal coetaneo, preso a male parole, spinto e colpito alla testa con uno schiaffo. La vittima non avrebbe per fortuna riportato ferite da ricorrere alle cure mediche.

Il motivo dell'aggressione? Lo spiega ancora il giovane. "La madre (dell'aggressore, ndr) mi stava insultando dal terzo piano di un palazzo, perché sono 'negro' e non avrei dovuto essere in giro, perché è per colpa di 'quelli come me', etc. Ho risposto alla donna che era stata molto maleducata, io ero solo e stavo tornando a casa mia, in una delle villette lungo il binari". Dopo gli insulti, l'aggressione fisica: "Il figlio - riferisce la vittima -, o almeno credo fosse il figlio, mi è corso addosso, uscendo dai garage a piano terra del palazzo, mi ha spinto e dato uno schiaffo. Ho subito messo le mani dietro la schiena. Non l'ho sfiorato. Ha continuato a minacciarmi e ha provato a colpirmi, ha minacciato anche il cane. Sono tornato a casa e ho chiamato la polizia. Non immaginate quanto questa storia mi faccia male".

La Polizia di Stato ha raccolto la testimonianza telefonica del giovane e adesso sta cercando di ricostruire i contorni della vicenda. Tuttavia - spiegano dalla questura - non è stata al momento sporta formale denuncia.

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