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Cronaca

"Chiusa in casa con mia figlia e mia mamma estremamente fragili". Storie di quarantene aretine

Il numero dei nuovi casi è così alto da rallentare la macchina dei tracciamenti e le situazioni più delicate rischiano di essere perse di vista

"Sono chiusa in casa dal 27 dicembre. Tutto è iniziato con il contagio della mia bambina. Poi anche io sono risultata positiva e mia madre è in attesa di un tampone. Adesso siamo qui recluse, tra ansia e preoccupazione". 

E' una storia toccante quella raccontata da una signora di Arezzo che vive con la figlia di 10 anni, affetta da un'insufficienza renale, e la mamma di 72, che ha un solo polmone. E' una delle tante famiglie aretine che in questo periodo di festività si è trovata in quarantena. Sono infatti migliaia le persone che non possono uscire dalle proprie abitazioni perché positive: per molte di loro non ci sono sintomi, grazie ai vaccini. Ma il numero dei nuovi casi è così alto da rallentare la macchina dei tracciamenti e anche le situazioni più delicate rischiano di essere perse di vista.

"Tutto - racconta la giovane madre - è iniziato con un contagio scolastico. Otto bimbi che frequentano la classe di mia figlia sono risultati positivi. Il tampone alla mia bambina è stato fatto il 27 dicembre. Era positiva e da allora è in quarantena. A quel punto io ho fatto un tampone da sola e ho scoperto di aver contratto il virus. Ma non ero stata contattata per il tracciamento. Alla fine ho chiamato il mio medico che ha avvisato la Asl. Solo dopo sono riuscita a fare il tampone e ho avuto la conferma della positività". 

La donna ha eseguito anche un tampone "fai da te" alla madre: "Ha un solo polmone: è un soggetto fragile. Anche per questo prima di Natale, non appena ho capito che poteva scattare una quarantena, ho fatto rifornimento di ossigeno per lei. Ma nonostante io e mia figlia - che viviamo con lei - fossimo positive non l'avevano contattata per il tampone. Ho di nuovo chiesto al medico: mi hanno dato un appuntamento e io avrei dovuto portarla a fare il tampone. Ma oltre ad essere positiva, da sola non riuscirei ad accompagnarla. Pur non avendo sintomi importanti, il mio fisico è provato. Alla fine il medico ha attivato gli infermieri domiciliari. Dopo domani farà il tampone. Ma siamo già arrivati al 3 gennaio e io ho paura, sono preoccupata. Con due persone fragili positive tutto è possibile. Io so che i casi sono davvero tanti, e capisco anche che possano esserci molte difficoltà. Ma abbiamo bisogno che qualcuno si occupi della nostra situazione". 

La famiglia di Indicatore

Testimonianze di persone chiuse in casa in attesa di risposte arrivano anche da altre famiglie. Una di queste risiede a Indicatore. A raccontare cosa sta accadendo è una coppia di coniugi. "Dal giorno 27 dicembre è risultato positivo mio marito e dal giorno 29 dicembre pure io - spiega la moglie - . Ho avuto febbre, dolore forte alle spalle e una serie di sintomi: la nostra dottoressa ha inoltrato la segnalazione all'Usca di Arezzo ma nessuno ci ha chiamati. Io mi sono mossa anche singolarmente: tutti i numeri che ho provato a chiamare non hanno mai dato una risposta. Non riesco neppure a contattare Sei Toscana per la spazzatura. Però ci hanno annullato il green pass. Siamo proprio delusi e demoralizzati".

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