rotate-mobile
Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Psicologa in classe, dopo la sentenza della Cassazione il procedimento riparte dall'udienza preliminare: Tagliaferri di nuovo sul banco degli imputati

Nuovo approdo in tribunale per la vicenda che vede sul banco degli imputati il preside del Convitto Luciano Tagliaferri, l'ex preside, una psicologa, un insegnante e un'educatrice accusati di falso ideologico e violenza privata. L'episodio è...

Nuovo approdo in tribunale per la vicenda che vede sul banco degli imputati il preside del Convitto Luciano Tagliaferri, l'ex preside, una psicologa, un insegnante e un'educatrice accusati di falso ideologico e violenza privata. L'episodio è quello ormai più volte dibattuto e arrivato fino in Cassazione che riguarda l'attività di una psicologa, all'interno di una classe, senza che gli scolaretti e parte dei genitori ne venissero informati.

Una storia che risale all'anno scolastico 2010/2011. La classe visitata dalla specialista era una seconda elementare: bambini vivaci, vivacissimi, tanto che prima della fine dell'anno scolastico la scuola decise di far intervenire una psicologa, presentata ai piccoli come una nuova insegnante. La dottoressa fece il suo lavoro e al termine stilò una relazione da consegnare all'istituto. Qualche mese dopo una famiglia venne a sapere dell'accaduto e richiese di una copia della relazione al neo preside Tagliaferri. Quest'ultimo al momento dei fatti non era ancora dirigente scolastico e affermò di non saperne nulla. La famiglia però riuscì comunque a venire in possesso di una copia e, assistita dall'avvocato Roberto Alboni, denunciò il rettore in carica.

Da qui parte una lunghissima vicenda processuale che si divise in due tronconi. Il primo, con il quale si contestava il reato di "rifiuto di atti d'ufficio", si è concluso a giugno con l'assoluzione in appello di Tagliaferri. Dapprima la pm Iannelli chiese l'archiviazione. Il legale di parte civile Alboni si oppose, così in udienza preliminare il Gip Ponticelli decise di procedere con l'imputazione coatta. Iniziò il processo di fronte al collegio presieduto dal giudice Giovanni Fruganti. A questo punto fu il pm Marco Dioni a chiedere l'assoluzione, ma il collegio decise per la condanna a due mesi di pena più due di interdizione dai pubblici uffici e 2 mila euro di danni. Il legale di Tagliaferri, Corrado Brilli, fece ricorso in appello: il processo si riaprì e questa volta la sentenza fu di assoluzione.

L'altro troncone sembrava chiuso con la richiesta di archiviazione da parte della pm Anna Maria Loprete accolta dal Gip. Ma l'avvocato Alboni ha presentato ricorso in Cassazione e a questo punto c'è stato un nuovo ribaltamento di fronte con l'annullamento della sentenza del Gip.

Ieri mattina dunque, il procedimento è ripartito dall'udienza preliminare. Una falsa partenza, perché a causa di una mancata notifica tutto è stato rinviato al 20 di febbraio prossimo. Il tempo a disposizione però stringe: uno dei reati andrà in prescrizione tra qualche mese.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Psicologa in classe, dopo la sentenza della Cassazione il procedimento riparte dall'udienza preliminare: Tagliaferri di nuovo sul banco degli imputati

ArezzoNotizie è in caricamento