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Caso Coingas, l'ex segretario comunale di Arezzo: "Macrì illegittimo, non lo votai. Per questo fui silurato"

Caridi ha spaziato dal tentativo (naufragato) di salvare la partecipata, al suo rifiuto di recarsi, nelle vesti di delegato del sindaco, all'assemblea con la quale Francesco Macrì sarebbe stato rieletto presidente di Estra: "Partecipai ma dissi: non costruisco su un abuso edilizio"

E' stata la deposizione chiave dell'udienza: quella di Franco Caridi, ex segretario generale del Comune di Arezzo, è stata il fulcro della lunga mattinata che si è consumata al tribunale di Arezzo, dove si sta svolgendo il processo Coingas. 

Con le sue dichiarazioni, Caridi ha spaziato dal tentativo (naufragato) di salvare la partecipata creando una società in house, al suo rifiuto di recarsi, nelle vesti di delegato del sindaco, all'assemblea con la quale Francesco Macrì sarebbe stato rieletto presidente di Estra, approdando poi al racconto della burrascosa conclusione dell'incarico presso il Comune di Arezzo. "E' stato un effetto ritorsivo", ha affermato di fronte al collegio presieduto dal giudice Ada Grignani. 

Le sorti di Coingas

L'ex segretario comunale ha ricostruito le vicende della partecipata rispondendo alle domande del procuratore Roberto Rossi. "Coingas non aveva più requisiti richiesti dalla legge Madia - ha detto - non aveva dipendenti, non gestiva servizi. Quindi nell'ottobre del 2018 abbiamo cercato, insieme al notaio Cirianni, di uscire dall'impasse. La prima soluzione era quella di una fusione con Aisa: ma c'erano contrasti tre le dirigenze. L'altra soluzione era quella di creare una società in house. Questo percorso però fu interrotto dopo un mese e mezzo, perché con una sentenza del consiglio di stato vennero meno di nuovo i requisiti. Coingas, tramite Estra, avrebbe dovuto conseguire l'80 per cento dei servizi ai soci. Ma non era così. A quel punto avvisai Ghinelli e Staderini, e ci siamo fermati lì. In seguito l'ufficio comunale aveva notato che Coingas continuava a offrire servizi ai soci, ma non poteva farlo perché non era una società in house, per questo pensammo più volte di scrivere a Coingas". 

Alla convulsa assemblea dei soci del luglio del 2019, nella quale fu approvato il bilancio, Caridi era presente. "Partecipai su delega di Ghinelli - ha affermato - e approvai il bilancio con riserva, chiedendo cioè che venissero svolti accertamenti sulle consulenze". Nelle settimane precedenti infatti c'era stato il blitz della Digos, erano arrivati gli avvisi di garanzia, le vicende di Coingas e le questioni delle consulenze erano nell'occhio del ciclone. L'assemblea fu movimentata, alcuni sindaci uscirono dall'aula al momento del voto, altri si astennero. "Il Comune di Arezzo approvò, anche per permettere la divisione degli utili tra i soci".

Il no al voto per rinnovare la presidenza a Macrì

Quell'assemblea fu l'ultima alla quale partecipò Caridi quale delegato del sindaco. "Ghinelli mi chiese di partecipare anche a quella successiva, nella quale ci sarebbe stata la votazione per rinnovare la presidenza di Estra. La nomina per me era assolutamente illegittima. Il sindaco mi diceva che il tempo era scaduto e il problema non c'era più. Io gli risposi che non avrei costruito su un abuso edilizio. Allora Ghinelli mi chiese: 'come si fa ad uscirne?'. E io dissi: 'cambiamo nominativo'".

Le consulenze e l'azione di annullamento

Nel frattempo Caridi ha raccontato che con Ghinelli avevano pensato di fare un'azione di nullità dei contratti di consulenza "per recuperare il recuperabile". 

"Le carte in Comune non le avevo mai viste - ha detto Caridi - me le hanno fatte visionare gli agenti della Digos. E di fatto eravamo di fronte a consulenze generiche, non utili e incongrue. Poi c'era l'aspetto legato alla mancanza delle gare d'appalto: gli incarichi erano ripetitivi, tutti sotto ai 39mila euro.  Pensammo quindi a questa azione, ma poi nell'assemblea si decise di chiedere un parere legale e al termine non fu fatto nulla". 

L'addio al Comune di Arezzo

L'ultimo capitolo scritto da Caridi ad Arezzo risale al gennaio del 2021. "Dopo la sua elezione, il sindaco mi aveva rassicurato - ha raccontato - nonostante subito dopo le elezioni non ci fossimo sentiti e nonostante dopo circa 10 giorni mi avesse detto che l'assessore Carlettini mi aveva messo in discussione per il mio parere su Macrì. Ma quasi allo scadere dei 120 giorni di tempo entro i quali il Comune poteva riconfermarmi, ricevetti una pec nella quale venivo informato dell'inizio di procedimento di sostituzione del segretario". Dopodiché ci fu il glaciale scambio di messaggi whatsapp con il sindaco e la conclusione del rapporto. Su tutto però si stagliò anche l'ombra della richiesta di rinvio a giudizio del sindaco da parte della Procura. La Digos - come aveva raccontato Arezzo Notizie - aveva notificato infatti a Caridi il decreto di fissazione dell’udienza preliminare per l’indagine Coingas in relazione al suo incarico nell’ambito del Comune di Arezzo "che risulta parte offesa nel procedimento". "In proposito - ha ribadito Caridi - ho trasmesso il decreto alla vice sindaca (Lucia Tanti, nda) e all’ufficio legale del Comune". Un atto che pare scatenò scompiglio a palazzo Cavallo.

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