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Coingas, Rason: "Io, fantasma nell'inchiesta, finalmente parlo. Staderini? Non era all'altezza"

Le dichiarazioni dell'avvocato fiorentino al centro dell'inchiesta che ha scosso Arezzo

"In questa inchiesta sono stato un fantasma, finalmente oggi posso raccontare la mia verità", così l'avvocato Pier Ettore Rason ha iniziato la sua deposizione spontanea nell'aula della Vela, dove questa mattina si è svolta una nuova udienza per il caso Coingas. Una mattinata nella quale il legale ha ripercorso i rapporti con Coingas, quelli con Macrì e quelli con Staderini, tirando in ballo tutti i protagonisti della complessa vicenda per la quale in 11 sono a processo e affondando stoccate senza peli sulla lingua. 

Nelle sue dichiarazioni spontane Rason ha cercato di mettere in fila tutte le tessere del mosaico dell'affaire che ha fatto tremare Arezzo, con l'obiettivo di dimostrare ai giudici che le consulenze d'oro, che secondo l'accusa erano anomale ed eccessive, avessero invece contemplato un lavoro certosino dello studio. E sul fatto che ci fosse un doppio incarico, uno per Coingas e uno come assistenza all'amministratore, Rason ha affermato: "Staderini? Me lo presentò Macrì, ma non aveva la preparazione necessaria per svolgere il ruolo che gli è stato dato. Si appoggiava a noi per qualsiasi cosa: perché era anche una persona insicura e aveva bisogno di supporto. Facevamo tutto noi: aprivamo anche la sua pec".

Un fiume di parole scivolate via in oltre un'ora di dichiarazioni: "Perché - ha detto proprio appena presa la parola - il mio telefono non è mai stato intercettato, non sono state fatte perquisizioni nel mio studio, non sono state sequestrate le pratiche che gestivo. Durante le indagini io sono stato un fantasma". 

Poi ha parlato del lavoro eseguito per Coingas e per Staderini, dei progetti per scongiurare lo smantellamento della partecipata in virtù della legge Madia, dei rapporti con il legale Jacopo Bigiarini e di quelli con il commercialista Marco Cocci. Si è poi soffermato sulle intercettazionI: "Quelle fatte sul telefono degli altri", e sulle registrazioni fatte di nascosto da Staderini, riferendo in aula il particolare di quando l'ex amministratore gli porse 5mila euro in contante per un parere steso da Bigiarini: "Soldi che rifiutai"

Adesso il procedimento va avanti. La sentenza dovrebbe arrivare entro il mese di gennaio. Il 20 ci sarà la requisitoria del Procuratore e le arringhe dei difensori. Il 21 potrebbe essere il giorno del verdetto. 

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