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Processo Coingas, la nomina di Amendola e il caso Multiservizi: in aula D'Ettore e Mugnai

I due parlamentari saranno chiamati a deporre questa mattina dal procuratore generale Roberto Rossi

Lo strano caso Multiservizi, quello relativo alla nomina a presidente di Luca Amendola e a quei patti con il consigliere di Forza Italia Roberto Bardelli - paventati da quest'ultimo ma mai riconosciuti ne tanto meno onorati da Amendola - torna oggi alla ribalta. Va avanti il processo Coingas e questa mattina presso il tribunale di Arezzo verranno ripercorse le tappe di uno dei tre filoni della maxi inchiesta della procura di Arezzo. Chiamati a deporre come testimoni dell'accusa saranno due parlamentari: Maurizio D'Ettore e Stefano Mugnai, entrambi tirati dentro all'inchiesta perché più volte citati nelle conversazioni carpite (e registrate) da Staderini durante riunioni e telefonate. I due onorevoli all'epoca dei fatti facevano entrambi parte di Forza Italia e furono indicati quali punti di riferimento da Staderini e da Ghinelli per risolvere la problematica situazione in cui si trovava Bardelli

L'inchiesta nell'inchiesta: il caso Multiservizi

Ma cosa era accaduto al consigliere, conosciuto dagli aretini come Breda? Bardelli era in difficoltà economiche e confidava nell'aiuto di Amendola. In quel periodo stava facendo i conti con due problemi: uno di tipo economico e uno di tipo politico. Lui che alle elezioni del 2015 era risultato il più votato di Forza Italia, era però rimasto senza un incarico e allo stesso tempo aveva manifestato un forte bisogno di liquidità.

Le sue perplessità e la sua amarezza emersero chiaramente dalla registrazione di un incontro tra Ghinelli, Staderini e Roggi (presidente di Arezzo Casa, anche lui indagato), nel quale per la prima volta furono tirati in ballo i due parlamentari. Sarebbe stato Roggi a insistere con Ghinelli affinché parlasse con Mugnai e D'Ettore "per far muovere Amendola". La ricostruzione della Procura - all'epoca l'inchiesta era coordinata dal pm Andrea Claudiani - era questa: Amendola avrebbe promesso a Bardelli una "utilità economica" se avesse indicato al sindaco il suo nome per presiedere una partecipata. Inizialmente la cifra sarebbe stata di 200 mila euro, poi scesa a 150 mila, da far avere a Breda tramite un fido in banca. Ma dopo la nomina in Multiservizi, la promessa - lamentano Bardelli e Roggi - sarebbe stata disattesa. 

A quel punto fu Roggi a proporre di chiamare i parlamentari. Staderini sostenne l'idea: "L'unica soluzione è proprio stringere secondo me, premere su loro". Il sindaco non si tirò indietro: "Col Mugnai ci parlo io". L'incontro tra i due avvenne a Siena, durante le vacanze dell'onorevole. Stando a quanto riferisce Ghinelli però "i patti esattamente quali erano non lo sa nessuno", anche se Mugnai avrebbe detto che Amendola qualcosa avrebbe fatto (forse riferendosi alla sponsorizzazione di un evento), senza quindi negare l'ipotesi di un accordo. Non va altrettanto bene il colloquio con il D'Ettore: il primo cittadino sostiene che l'onorevole gli abbia risposto "io mi occupo di politica non mi occupo di rapporti umani".

I due parlamentari furono sentiti anche dagli inquirenti, che verbalizzarono le loro risposte. D'Ettore parlò di "affermazioni prive di fondamento e non vere, Forza Italia era estranea a qualsiasi presunto accordo di questo genere". Poi ascoltando la registrazione e udendo le parole pronunciate da Bardelli nei suoi confronti ("Se potessi lo sparerebbi"), si arrabbiò e risposte: "Prendo atto delle affermazioni nei miei confronti, offensive e non vere".

Mugnai ripercorre l'incontro di Siena, poi ascolta le conversazioni in cui Ghinelli dice: "Mi hanno sempre detto se vuoi bene al Breda nominalo...Vuoi bene al Breda? Nomina l’Amendola". E il parlamentare commenta secco: "Questa affermazione del sindaco Ghinelli è del tutto priva di ogni fondamento".

Oggi in aula sono chiamati a ripercorrere quelle vicende, insieme ai commercialisti di Bardelli e Amendola e insieme anche a due consiglieri comunali del tempo Meri Cornacchini e Angelo Rossi. 

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