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"Bardelli? Se mi avesse dato indicazioni avrei fatto il contrario", D'Ettore e la deposizione sul caso Coingas

I toni coloriti nei confronti del consigliere comunale e la ricostruzione di come avvenne la nomina di Amendola alla presidenza di Multiservizi: il parlamentare ha risposto alle domande dell'accusa e a quelle dei difensori di Bardelli, Amendola e Ghinelli.

"Amendola? Era un nome rappresentativo dell'area cattolica di Forza Italia". "Bardelli? Francamente proveniva da una parte politica, Casa Pound, molto distante dalla mia: io avevo anche perplessità a candidarlo". Felice Maurizio D'Ettore, parlamentare nelle file di Coraggio Italia ed ex referente provinciale di Forza Italia, questa mattina non ha lesinato parole nelle risposte pronunciate di fronte ai giudici del processo sul caso Coingas. Chiamato a deporre dalla pubblica accusa, rappresentata dal procuratore Roberto Rossi e dalla pm Chiara Pistolesi, è stato incalzato dalle domande sia della procura sia dei legali difensori di Bardelli (Roberto Alboni), Ghinelli (Luca Fanfani) e Amendola (Marco Manneschi). Con la sua deposizione, il deputato ha riscostruito quanto avvenuto prima della nomina di Amendola alla presidenza di Multiservizi. Si tratta del filone del procedimento giudiziario sul traffico di influenze, per il quale pende sul sindaco di Arezzo, Alessandro Ghinelli, l'accusa di favoreggiamento.

La rosa di nomi fatta da Forza Italia

Tutto sarebbe partito dalla richiesta, che D'Ettore ha sostenuto essere stata legittima, arrivata dal sindaco di presentare una rosa di nomi per ricoprire ruoli nelle partecipate.

"Forza Italia era nella coalizione che aveva contribuito alla vittoria di Ghinelli e così fummo interpellati - ha detto il parlamentare -. Come sempre avviene, c'è un elenco di nomi e curricula, che deve essere approvato dal Consiglio Comunale, con il quale si propone la disponibilità alle nomine. In questo caso avevamo fatto più nomi, in accordo con il coordinatore regionale e in seguito ad una valutazione di merito rispetto alla congruenza dei profili". Il sindaco avrebbe scelto poi in autonomia, ma stando a quanto illustrato dal testimone, avrebbe chiesto profili di alto livello, persone laureate e con competenze specifiche.

"I curricula poi dovevano essere approvati dal consiglio comunale". La rosa di nomi, come già aveva spiegato in aula l'allora coordinatore regionale azzurro Stefano Mugnai (oggi deputato di Coraggio Italia), erano quelli di Luca Amendola, Bernardo Mennini, Francesca Lucherini. "Quello di Amendola era un nominativo che rappresentava l'area cattolica del partito, il cui referente era stato Francesco Francini, e che aveva un peso in Forza Italia a livello provinciale", ha affermato D'Ettore.

Le richieste di aiuto per Bardelli

La vicenda di Bardelli risale a poco tempo dopo. "Fui contattato dal sindaco Ghinelli per parlare della questione di Bardelli - ha detto il parlamentare -. Di fatto con il consigliere io non avevo rapporti. In quei giorni avevo ricevuto anche una chiamata di Mugnai, che apparve infastidito. Il sindaco mi parlò dapprima di Amendola e io pensai si trattasse di una problematica inerente a Multiservizi. Quando invece mi spiegò che era un problema personale di Bardelli gli risposi che non mi interessava". La vicenda era ovviamente legata alle difficoltà economiche di Bardelli e a quella presunta promessa di aiuto che avrebbe fatto Amendola ma che non si sarebbe mai concretizzata. "Chiusi molto presto la chiamata e il sindaco non insistette particolarmente", ha concluso. 

Di fatto il parlamentare ha preso le distanze dal consigliere comunale aretino e in alcuni frangenti i toni sono stati coloriti. "Per me Bardelli era una figura irrilevante, lui non mi avrebbe mai dato delle indicazioni. E se me le avesse date, avrei fatto il contrario", ha dichiarato.

La delusione politica di Bardelli

Dall'udienza e dalle parole del deputato sarebbe emerso anche un retroscena sulla nomina del presidente del consiglio comunale di Arezzo. "Bardelli pensava, avendo avuto molte preferenze, di poter ricoprire quel ruolo. Gli fu ribattuto che la cifra di lista non lo permetteva. Inoltre il sindaco voleva che intorno al presidente del consiglio ci fosse un ampio consenso. Quello che fu trovato sul nome di Alessio Mattesini. Tutto questo creò in Bardelli una forte delusione politica".

Tutte risposte che complessivamente sono state accolte in modo positivo dalle difese, in quanto nei loro contenuti contrastano l'ipotesi di reato di traffico di influenza che pende su Amendola e Bardelli e quella di favoreggiamento che pende su Ghinelli. 

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