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Prigioniero all'aeroporto, qualcosa si muove. Il datore di lavoro: "Presto, non ha cibo"

"Ho avuto la risposta dall'ambasciata bengalese a Roma, finalmente qualcosa dovrebbe muoversi. Hanno assicurato che, a breve, si sbloccherà la situazione. Lo spero tanto". A parlare è Emanuele Vichi, il titolare dell'azienda Eco-tech di San...

"Ho avuto la risposta dall'ambasciata bengalese a Roma, finalmente qualcosa dovrebbe muoversi. Hanno assicurato che, a breve, si sbloccherà la situazione. Lo spero tanto". A parlare è Emanuele Vichi, il titolare dell'azienda Eco-tech di San Zeno in cui lavora Mahabob Bapari, il 29enne operaio orafo bengalese residente ad Arezzo "imprigionato" nel terminal dell'aeroporto di Istanbul, in Turchia.

"L'ambasciata bengalese in Italia dovrebbe mettersi in contatto con quella di Ankara per cercare di risolvere il caso. Ma non ci sono certezze sui tempi. Ore, forse altri giorni, chissà. Sbilanciarsi è impossibile. E il ragazzo sta male, è impaurito. Lo sento una volta al giorno, non ha da magiare, beve soltanto. Mangia qualcosa se gli fanno l'elemosina. Purtroppo ha buttato via tutti i soldi che aveva per cercare di riprendere un altro aereo. Ma purtroppo - aggiunge Vichi - lì in aeroporto c'è poco da fare, non lo lasciano partire".

Il nodo è l'autorizzazione ad uscire dal terminal turco, perché - durante uno scalo all'Ataturk di Istanbul, ha smarrito il suo permesso di soggiorno. "E' allo stremo - dice Vichi - non ha con sé carte di credito, è senza bagagli perché già imbarcati una settimana fa". In più ha paura: qualche giorno fa, nell'areoporto Ataturk, è stata trovata morta una giornalista, forse uccisa.

La famiglia dell'operaio, vittima della burocrazia come il protagonista del film "The terminal" si è subito mobilitata, la questura di Arezzo è stata contattata e il consolato italiano a Istanbul è disponibile a rilasciare un visto immediato. Basterebbe presentare la denuncia di smarrimento del documento, ma il ragazzo non può farla perché dovrebbe uscire dallo scalo e recarsi da autorità turche. Ma senza visto non si può muovere dall'aeroporto. Una situazione assurda. La speranza è che si muova l'ambasciata bengalese.

Immagine tratta dal film "The terminal"

@MattiaCialini

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