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L'interrogatorio ai 7 operatori della Rsa. I parenti delle vittime: "Siamo sconvolti". Il presidente della coop: "Duro ripartire"

Si svolgeranno domattina gli interrogatori di garanzia in procura ad Arezzo per i sette operatori socio sanitari indagati (di cui sei interdetti) nell'ambito dell'inchiesta sui maltrattamenti nella residenza per anziani di Strada in Casentino...

Si svolgeranno domattina gli interrogatori di garanzia in procura ad Arezzo per i sette operatori socio sanitari indagati (di cui sei interdetti) nell'ambito dell'inchiesta sui maltrattamenti nella residenza per anziani di Strada in Casentino, emersa ieri con la pubblicazione del video dell'Arma dei Carabinieri che documenta le percosse ai danni degli ospiti. Un'indagine complessa, durata a lungo e che, attraverso l'utilizzo di telecamere nascoste, ha permesso di rivelare le vessazioni a cui gli anziani erano sottoposti.

Stamani la nipote di una delle ospiti, affetta da morbo di Alzheimer, ha raccontato che:

Sono capitati episodi in cui mia mamma si è accorta che la nonna aveva lividi su varie parti del corpo. Ma chiedendole come avesse fatto a procurarseli, lei rispondeva di essere caduta dal letto.

Oggi si sono aggiunte le testimonianze di altri parenti degli ospiti che hanno parlato davanti alle telecamere di Pomeriggio 5, la trasmissione condotta da Barbara d'Urso su Canale 5.

Mia cognata è lì dentro da nove anni - ha raccontato una signora -. Le rivelazione dell'inchiesta è stata per me un fulmine a ciel sereno.

Ma un'altra testimonianza rivela che avvisaglie c'erano state:

Ho entrambi gli zii, marito e moglie, all'interno. Mio zio una volta ha raccontato di avere visto un'ombra che di notte tirava i capelli fortissimo della zia. Però non era sicuro dell'identità dell'autore della violenza.

L'inviata di Pomeriggio 5 Giorgia Scaccia ha anche intervistato il presidente della cooperativa che gestisce la residenza, Luca Bergamaschi, sconvolto per l'accaduto:

Sarà duro ripartire dopo quelle immagini. Si è verificata una cosa moralmente inaccettabile. Gli operatori incriminati sono stati interdetti per un anno. Noi faremo tutto il necessario affinché non lavorino più in questo settore con noi. E a questo punto l'uso delle telecamere diventa necessario.

LE INDAGINI

Di fronte alle immagini carpite dalle telecamere nascoste i familiari – ma anche i conoscenti dei degenti e degli stessi operatori che non hanno mai preso parte alle violenze – sono rimasti impietriti. Quei sospetti hanno preso forma. L’orrore si è materializzato. E’ stato grazie alla denuncia di persone che quotidianamente operavano nella struttura, e contemporaneamente alle segnalazioni di alcuni familiari delle vittime, che sono partite le indagini. Era lo scorso ottobre. Un’operazione delicatissima, condotta dai Carabinieri della Compagnia di Bibbiena guidata dal capitano Gabriele Fabbian e coordinata dal pm Marco Dioni. In un centro piccolo, dove tutti si conoscono, i militari sono riusciti a portare avanti gli accertamenti passando inosservati: sopralluoghi in borghese, installazione di telecamere nascoste e a gennaio, quando si sviluppò una piccola perdita di monossido, l’intervento anche dei Nas che svolsero controlli molto approfonditi. Proprio negli ultimi tempi è intervenuto l’ispettorato del lavoro.

La vicenda

I VIDEO

Ma sono stati soprattutto quei video strazianti a incastrare 7 operatori, 6 donne e un uomo tutti italiani tra i 40 e i 60 anni, residenti in Casentino e molto conosciuti nella zona. L’altro ieri Il gip del Tribunale di Arezzo ha emesso “un’ordinanza applicativa della misura interdittiva del divieto dell’esercizio della professione sanitaria nei confronti dei dipendenti” per sei persone. Una misura più leggera rispetto a quella richiesta dal pm Dioni che propendeva per gli arresti domiciliari e in subordine per l’interdizione. Tutti gli operatori socio sanitari sono indagati, nei loro confronti pendono accuse pesanti: percosse, umiliazioni, ingiurie e minacce inferte ad anziani non più autosufficienti. Venerdì sono previsti per loro gli interrogatori di garanzia.

Ieri sono state numerose le prese di posizione. Compresa quella dell’Unione dei Comuni che nella serata ha convocato un incontro tra i vari rappresentanti: pare ci sarebbe stata la volontà di valutare se interrompere o meno il contratto di affidamento dei servizi gestiti da una cooperativa del luogo. Inoltre, già dalla mattina di ieri, la presidente Valentina Calbi ha annunciato la volontà dell’ente di costituirsi parte civile in eventuali procedimenti.

LA COOPERATIVA

Ieri nella cooperativa casentinese è stata una giornata convulsa. Nessuna dichiarazione è arrivata dai rappresentanti che si sono rivolti ai propri legali per capire come muoversi. Di fatto le 6 persone non sarebbero soci ma dipendenti e, stando a quanto risposto dagli operatori al telefono, per colleghi e soci la notizia sarebbe stata un fulmine a ciel sereno e i video un vero e proprio choc.

@MattiaCialini

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