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Cronaca

Pene amputato, il medico non andrà a processo

La decisione del gip Claudio Lara: "Non luogo a procedere"

"Non luogo a procedere": questa la richiesta del pm Marco Dioni e questa la decisione del giudice per le indagini preliminari Claudio Lara. L'urologo, che era accusato di lesioni gravissime per aver eseguito un'operazione con la quale fu asportata una porzione del pene del paziente per la sospetta presenza di un tumore, non andrà a processo. L'udienza preliminare si è conclusa questa mattina, 9 marzo. 

La vicenda risale al novembre del 2018, quando l'uomo (all'epoca 64enne) fu sottoposto con urgenza a una glandulectomia. Un intervento debilitante per il paziente che in seguitò si ritrovò a utilizzare un catetere per tre mesi, manifestando poi ulteriori disagi nei mesi successivi. I suoi legali avevano sostenuto che "i risultati degli esami istologici, successivi all'operazione, hanno chiarito che non c'era patologia tumorale. Soltanto mesi dopo l'intervento, nella primavera del 2019, dalle analisi è emerso che il paziente era affetto da un'infezione, la sifilide, che è stata poi opportunamente curata con antibiotici".

La Procura aretina aveva inizialmente concluso per l'archiviazione, ma i legali - Roberto e Gianmarco Bianchi e Antonino Belardo, si sono opposti. Oggi il ritorno in aula con la decisione del gip: nessun processo per il medico.  Andrà invece avanti il procedimento civile. 

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