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Martedì, 16 Aprile 2024
Cronaca San Giovanni Valdarno

Chiude la partita Iva ma continua l'attività: parrucchiera deve pagare 100mila euro di tasse

Secondo la Guardia di Finanza l'esercizio è rimasto fantasma per circa quattro anni. I controlli sono scattati a seguito della mancata emissione di una ricevuta

I finanzieri della compagnia di San Giovanni Valdarno guidata dal comandante Ubaldo Collu hanno scoperto una donna (classe 1954) che svolgeva l’attività di parrucchiera, pur avendo cessato la propria partita iva addirittura dal 2015. Per quattro anni avrebbe svolto - secondo gli inquirenti - il lavoro in maniera completamente abusiva.

La mancata ricevuta e le indagini

I controlli erano scattati qualche tempo fa, ad inizio settembre, a seguito di un approfondimento per il mancato rilascio di una ricevuta fiscale a un cliente. E così, dopo un accesso amministrativo effettuato nei mesi scorsi all'interno dei locali dell’esercizio di San Giovanni Valdarno, le Fiamme gialle hanno avviato l'indagine sulla posizione fiscale della contribuente, giunta a conclusione tre giorni fa. E' stata scoperta un'attività completamente in nero.

Oltre 250mila euro di introiti

In apparenza, tutto regolare: la signora, dopo ogni taglio e messa in piega, rilasciava regolare ricevuta. Probabilmente, a fine giornata, le ricevute venivano gettate: senza partita Iva erano carta straccia. A settembre 2019 il passo falso che le è costato la verifica: in una circostanza non ha consegnato la finta ricevuta al cliente. Gli accertamenti seguenti, svolti assieme all'Agenzia delle Entrate (anche con ricerche nel domicilio della titolare) hanno permesso di ricostruire gli introiti che la parrucchiera, negli ultimi quattro anni, avrebbe omesso di dichiarare al Fisco: oltre 250mila euro. Poco più di 60mila di euro le tasse non versate, l'Iva trattenuta ammonta a 40mila euro. 

Il servizio - spiegano le Fiamme gialle di San Giovanni Valdarno - si inquadra nel più vasto ambito dell’azione svolta dal corpo, a contrasto delle varie forme di evasione fiscale, che alterano gravemente la concorrenza, danneggiando gli operatori economici che agiscono correttamente.

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