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Cronaca

"Pacini è un artigiano disperato. Dov'è lo Stato?"

Confartigianato interviene sul dramma consumatosi nella notte a Monte San Savino. E Confcommercio rincara

“Fredy Pacini è un artigiano corretto, onesto, che tutti i giorni lavora duramente per assicurare alla sua famiglia un futuro positivo”.

E’ molto colpito, Ferrer Vannetti, presidente di Confartigianato Arezzo, per quel che è successo a Monte San Savino, dove un piccolo imprenditore, esasperato dai continui furti, ha reagito sparando dopo all’ennesima aggressione subita e ha ferito mortalmente un uomo di origine moldava, che si era introdotto con un complice poi fuggito, all’interno del suo stabilimento, per rubare pneumatici.

“Lo conosciamo bene Pacini, è un nostro socio  - spiega Vannetti – di fatto coinvolto di una situazione della quale è lui stesso la prima vittima, costretto a dormire in azienda, per paura degli assalti, ormai innumerevoli, dei malintenzionati, che quasi 40 volte hanno operato incursioni con scopi criminali nella sua impresa”.

“Per cui da me, e da tutta Confartigianato Arezzo, arriva un appello a chi deve gestire la sicurezza dei cittadini, degli imprenditori, affinché si sani una situazione di degrado, di mancato controllo del territorio, di assenza di regole, una situazione che ha reso Pacini autore di un gesto cosi disperato, che è figlio della sua esasperazione, del suo essere lasciato solo contro gli assalitori quotidiani”.

“Se invece ci fossero positive regole condivise – insiste Vannetti -  ma soprattutto applicate e facilmente controllabili, se fossimo in una situazione di legalità correttamente applicata, anche l’accoglienza e l’integrazione degli altri sarebbe più semplice, e non avremmo persone nelle condizioni estreme in cui si è trovato Pacini, un imprenditore artigiano serio e impegnato a far crescere la propria attività, ma di fatto sotto assedio della criminalità: per Confartigianato tutto ciò è assolutamente inaccettabile”.

“Per questo la nostra associazione – approfondisce Vannetti -  continuerà a battersi sempre con maggiore vigore a tutti i livelli per far sì che si possa costruire al più presto un sano tessuto sociale di regole e di legalità condivisa, al cui interno, al quel punto, non ci sarebbero più problemi di integrazione, anzi, l’immigrazione, della quale gli artigiani in passato sono stati protagonisti come migranti, potrebbe diventare davvero un risorsa. Ma solo se si riuscirà a far prevalere il rispetto della legalità vissuta quotidianamente da tutti. Per questo va alle forze dell'ordine il  nostro encomio per sforzo quotidiano a favore della legalità e della sicurezza, sforzo che dovrebbe essere sostenuto anche dalle autorità pubbliche con un rafforzamento di mezzi e risorse”.

“Occorre dire in generale – conclude il presidente  - che tra gli imprenditori della nostra provincia, di percepisce una sensazione di insicurezza, con particolare riferimento a furti, abusivismo e contraffazione e situazioni di degrado. Sempre più imprese ritengono che la certezza della pena, leggi applicate con serietà, oltre, appunto ad una efficace protezione sul territorio da parte dei tutori dell’ordine,  siano leve fondamentali per aumentare i livelli di sicurezza. Insomma emerge un grido di aiuto verso le autorità, a tutti i livelli, per interventi che possano rendere sicuri i nostri territori”.

La nota di Confartigianato regionale

Confartigianato Imprese Toscana è naturalmente vicina a Fredy Pacini e sosterrà le iniziative e le azioni che il presidente di Arezzo, Ferrer Vannetti, deciderà di intraprendere.

Ovviamente vorremmo vivere in un sistema, non solo produttivo, dove legalità e sicurezza fossero assicurate a tutti.

Purtroppo la vicenda del nostro associato mostra in maniera lampante quanto ancora ci sia da fare sul fronte delle garanzie elementari per cittadini e imprenditori.

Auspichiamo vivamente che questa tragica vicenda sia di stimolo affinché tutte le persone che hanno responsabilità di governo, a tutti i livelli, operino per mutare un quadro divenuto ormai insostenibile.

Le parole di Anna Lapini (Ascom)

“La morte di una persona - qualunque sia la sua colpa - è sempre una tragedia. In un caso come questo vittima è anche Fredy Pacini, che ha sparato sicuramente non con l’intenzione di uccidere, ma esasperato dall’infinita serie di furti ai danni della sua azienda. La sua vita da oggi non sarà più la stessa”.

Questo il commento della presidente di Confcommercio Arezzo e ToscanaAnna Lapini, componente di giunta nazionale con l’incarico alla legalità e la sicurezza  sulla drammatica vicenda che ha portato  Fredy Pacini, il titolare di una rivendita di gomme di Monte San Savino (Arezzo) a sparare alle persone  che si sono introdotte nella sua attività stanotte, uccidendo uno dei ladri.

“Lo Stato deve garantire la sicurezza, e dove questo non è successo, deve sostenere chi suo malgrado è stato costretto a difendersi da solo;  perché nessuno dovrebbe trovarsi a compiere un gesto di difesa che, come in questo caso, potrebbe portare conseguenze drammatiche dal punto di vista morale, legale ed economico. Perlomeno siano risparmiate a Pacini le spese legali. Come ora, anche a seguito di una nostra richiesta, è previsto nel disegno di legge sulla legittima difesa. Perché aggredito ed aggressore non possono e non devono mai essere messi sullo stesso piano”. 

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