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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca

Oro e palladio in nero: Arezzo base di organizzazione criminale nazionale. Otto indagati

Qui il centro del maxi giro d'affari illecito, la finanza ha sequestrato oltre 10 milioni di euro di beni. Scoperta una società cartiera che emetteva fatture fittizie

Sono otto le persone indagate e tre le aziende coinvolte (di cui una cartiera, usata solo per emettere false fatture) nell'inchiesta della Procura di Arezzo legata a passaggi "in nero" di sostanziosi quantitativi di oro e palladio, quest'ultimo metallo, oltretutto, di dubbia provenienza. Le indagini sul campo sono state portate avanti dai finanzieri del nucleo di polizia economico-finanziaria di Arezzo, guidati dal tenente colonnello Andrea Esposito. I militari hanno dato esecuzione a un decreto di sequestro preventivo di beni e di disponibilità finanziarie, emesso dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Arezzo, di oltre 10 milioni di euro "pari al profitto del reato di una imponente frode fiscale, perpetrata da un sodalizio criminale, ramificato in provincia e sull’intero territorio nazionale", secondo gli inquirenti.

Un'organizzazione criminale

Gli investigatori delle fiamme gialle hanno individuato un’organizzazione - con base operativa ad Arezzo - dedita alla commissione di più delitti: dalla frode fiscale, realizzata mediante l’evasione dell’Iva derivante dalla compravendita di metalli preziosi per un giro d’affari di circa 100 milioni di euro, all’autoriciclaggio dei proventi illecitamente accumulati. E se l'oro oggetto di passaggi di proprietà era certificato dai giganti del settore (anche di Arezzo), i finanzieri nutrono il sospetto che il palladio possa avere un'origine illecita.

Il triangolo Arezzo-Salerno-Milano

Il meccanismo fraudolento scoperto è fondato sul collaudato schema dell’interposizione fittizia di soggetti economici strumentali nel circuito commerciale, con le cosiddette società 'cartiere'. Il giro d'affari illecito, secondo la ricostruzione fatta dai finanzieri, si è sviluppato mediante vorticosi scambi intercorsi fra tre società, con sede in Toscana (Arezzo), Campania (Salerno) e Lombardia (Milano), che in soli 4 anni, 2018, 2019, 2020 e 2021, "hanno ceduto ingenti quantitativi di metalli preziosi, in particolare, oro e palladio, ricorrendo a false fatturazioni". Proprio il ruolo svolto dalla cartiera - che gli inquirenti hanno localizzato nella provincia di Salerno - sarebbe stato strategico per la riuscita del sistema fraudolento "poiché sulla stessa è stato convogliato l’ingente debito tributario procurato dalla frode fiscale", dicono le fiamme gialle. Che aggiungono: "L’individuazione della società è stata resa possibile dall’analisi di molteplici risultanze investigative di rilievo: la stessa, solo formalmente amministrata da un prestanome ma di fatto gestita dai vertici dell’organizzazione, è, infatti, priva di una sede operativa e di personale dipendente, non ha presentato bilanci o dichiarazioni dei redditi a decorrere dal 2014, non è iscritta all’albo degli operatori professionali in oro della Banca d’Italia e non è titolare di alcun rapporto bancario sul quale ricevere ed effettuare i pagamenti delle fatture milionarie oggetto della frode".

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Il sequestro dei cilindri di palladio e gli incontri nelle piazzole

Le indagini hanno proceduto con l’approfondimento di segnalazioni per operazioni sospette, gli incroci delle numerose banche dati disponibili tra loro interoperabili, le analisi documentali e bancarie, i servizi di osservazione e di pedinamento sul territorio e le analisi del traffico telefonico. Sono stati poi effettuati mirati interventi che hanno consentito di giungere al sequestro di 12 chili di metalli e di oltre 30mila euro in contanti, in modo da ottenere elementi di prova delle transazioni illecite.

"Di rilievo - raccontano le fiamme gialle - un sequestro svolto nello scorso maggio, quando l’autovettura di uno dei membri dell’organizzazione è stata pedinata lungo il tratto autostradale da Arezzo a Milano, grazie all’utilizzo di rilevatori satellitari di posizione Gps alle porte di Milano: è scattata la perquisizione del veicolo e del suo conducente. Sono stati così rinvenuti e sequestrati due cilindri di palladio, del peso di 8,5 chilogrammi, per un valore di circa 700mila euro, trasportati senza documentazione giustificativa dell’origine. Complessivamente, sono state tracciate e ricostruite ulteriori 13 consegne di metalli preziosi in nero, che non hanno trovato alcun riscontro nella contabilità e che avvenivano, di solito, presso svincoli autostradali in località sempre differenti".

Gli otto indagati

L’autorità giudiziaria ha emesso un provvedimento cautelare sui beni riconducibili a 8 soggetti indagati, tra amministratori di fatto, corrieri e semplici prestanome, ritenuti partecipi, a vario titolo, del sodalizio criminale, con la contestazione dei reati di associazione per delinquere, emissione ed utilizzo di fatture per operazioni inesistenti ed autoriciclaggio del profitto illecitamente conseguito. Si tratta di persone residenti nelle province di Arezzo, Milano, Roma, Caserta, Napoli e Matera. In particolare uno degli indagati ristenuti dominus del sistema è aretino, si tratta di un 50enne residente in città. E' sua l'azienda aretina coinvolta (pur avendo formalmente sede nel Lazio): tratterebbe preziosi, ma senza produrne: una società commerciale. Altre posizioni di rilievo nell'organizzazione sarebbero ricoperte da coetanei dell'aretino di Milano e Roma. Più defilate le posizioni degli altri: un 45enne di Matera, 2 quarantenni di Napoli e 2 quarantenni di Casera.

Sequestrate case, auto e moto d'epoca

Contestazioni sono state mosse anche nei confronti di due società, segnalate all’autorità giudiziaria, secondo la disciplina della responsabilità amministrativa degli enti: sono quelle di Arezzo e Milano. Il provvedimento cautelare ha interessato beni mobili, immobili e disponibilità finanziarie delle persone fisiche e giuridiche sottoposte ad indagini ed ha avuto ad oggetto, nello specifico, immobili ad uso abitativo o industriale, nelle province di Arezzo, Grosseto, Caserta, Milano, Piacenza e Roma, auto d’epoca e moto di grossa cilindrata, oltre a diversi rapporti finanziari.

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