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Green pass / Giotto / Via Antonio Gramsci

Il sindaco chiude la piscina comunale, ecco l'ordinanza. L'Asl: "Senza green pass aumentato rischio di contagio"

L'atto è già pubblicato nell'albo pretorio ed è stato notificato al diretto interessato. Per il Centro Sport Chimera la situazione si complica, in caso di mancato rispetto dell'ordinanza scatta il reato penale

Ordinanza di chiusura della piscina e ora che succede? Se lo chiedono le famiglie che ci portano i bambini, le associazioni che fanno anche terapia con le attività in acqua. Ci saranno rimborsi per le mensilità già pagate? Di certo c'è che dopo sei sanzioni amministrative, l'interessamento della Prefettura, lo slittamento per un vizio di notifica della terza multa, la richiesta di un parere scritto all'Asl Toscana Sud Est, il sindaco Alessandro Ghinelli ha firmato l'ordinanza di sua competenza che prescrive la chiusura immediata del palazzetto del nuoto, della piscina comunale di viale Gramsci, costruita e gestita con il sistema del project financing, dal Centro Sport Chimera il cui presidente è Walter Magara. Il nodo centrale di tutta la vicenda è la sua contrarietà alla normativa sul green pass, base prima e rafforzato poi, come dichiarato fino dall'agosto scorso in un'intervista rilasciata ad Arezzo Notizie. La sua convinzione l'ha portato a non richiedere la certificazione verde obbligatoria per gli utenti all'ingresso della piscina in maniera reiterata. Con il passare dei giorni la chiusura è apparsa sempre più inevitabile, nonostante il tutto sarebbe potuto essere sanato con un lettore automatico all'ingresso oppure con i controlli del green pass da parte di chi invece rappresenta l'associazione sportiva e cioé la Chimera Nuoto di Massimo Coli. 

Centro Sport Chimera, una posizione che si aggrava

Dopo le sanzioni amministrative quella dell'ordinanza del sindaco è un evidente aggravamento della posizione del gestore, anche perché basata sul parere dell'Asl del 17 gennaio che mette nero su bianco che:

«il mancato rispetto di quanto disposto dal DL 52/2021 integrato dal DL 229/2021 sui controlli delle certificazioni verdi da parte del gestore della piscina comunale di Via Gramsci ad Arezzo» determina «senza dubbio un aumentato rischio di contagio per gli utilizzatori dell'impianto natatorio»

Grazie a questa nota il sindaco ha potuto procedere con l'ordinanza di chiusura urgente e contingentata con effetto immediato. La riapertura della struttura è prevista se avviene un cambio di comportamento, se viene ripristinato il rispetto della normativa attuale sul green pass che nello specifico per i centri natatori prescrive che sia di titpo rafforzato, cioè accesso consentito a vaccinati in regola o a guariti dal Covid nell'arco degli ultimi 6 mesi. L'ordinanza è già stata notificata e quindi è già valida. Non risultano però comunicazioni ufficiali rispetto ai corsi che si dovrebbero tenere domani ad esempio. E' l'ordinanza stessa che "avverte" il gestore che "la mancata chiusura al pubblico della piscina comunale ovvero la riapertura della stessa omettendo i controlli previsti dalla normativa vigente, salvo che il fatto non costituisca più grave reato, è sanzionato ai sensi dell'art. 650 del Codice Penale e comporta l’applicazione delle sanzioni amministrative già previste a livello nazionale." Insomma se per caso oggi la piscina aprisse in violazione dell'ordinanza scatterebbe una responsabilità ancora più grave, perché di tipo penale. 

Le parole dell'assessore allo sport

Federico Scapecchi ufficio-2Sulla vicenda è arrivato il commento dell'assessore allo sport del Comune di Arezzo Federico Scapecchi: "Ringrazio il sindaco Alessandro Ghinelli che ha firmato l'ordinanza di chiusura della piscina comunale. E' un triste epilogo, ma necessario, non solo a seguito dei numerosi controlli dai quali è emerso il reiterato mancato controllo del green pass, ma anche e soprattutto in virtù della chiara ed inequivocabile nota della Azienda Usl Toscana Sud Est. Tuttavia, da assessore allo sport e da cittadino, mi piange il cuore perchè centinaia di sportivi, tra cui molti bambini, non potranno utilizzare la loro piscina comunale fin tanto che il gestore non avrà compreso che è arrivato il momento di porre fine alla sua battaglia ideologica e di mettersi in regola, come tutti gli altri impianti sportivi cittadini hanno fatto fin da subito. Dipende solo e soltanto da lui. Sono dispiaciuto anche per il danno che gli utenti giustamente lamentano a causa della mancata fruizione dei corsi, ma ad essi dico che hanno tutto il diritto di far valere le proprie ragioni presso la struttura sportiva, comprese quelle economiche. Se anche di fronte a questo ennesimo provvedimento non ci fosse collaborazione da parte del gestore, l'amministrazione comunale perseguirà ogni strada possibile, nel minor tempo possibile, per una soluzione alternativa al fine di tutelare il diritto allo sport dei cittadini aretini."

Da capire, a livello legale, se con questi ulteriori passaggi, come l'ordinanza e quindi l'interruzione di un pubblico servizio, si concretizzi la fattispecie che potrebbe portare alla rescissione della convenzione in atto, frutto del project financing.

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