rotate-mobile
il caso

Non versa 300 euro di contributi per un'azienda della quale era liquidatore, Inps lo sanziona per 27mila

Il giudice del Lavoro di Arezzo ha annullato l'ordinanza di ingiunzione impugnata da un professionista aretino. Notifiche a raffica, dal valore di oltre 25mila euro, in provincia

Era accusato di non aver versato circa 300 euro di una quota contributiva per i lavoratori di un'azienda della quale era liquidatore. A distanza di cinque anni Inps gli ha notificato un'ordinanza ingiuntiva con una sanzione amministrativa salatissima: 27mila euro. Un fulmine a ciel sereno per un professionista dell'aretino. L'uomo, assistito dal legale Osvaldo Fratini, ha presentato un ricorso e il tribunale gli ha dato ragione. E' stato il Giudice del lavoro di Arezzo nei giorni scorsi a pronunciarsi annullando l’ordinanza di ingiunzione e dichiarando le somme "non dovute".

La vicenda risale al 2017: quell'anno il professionista fu nominato liquidatore di un'azienda di abbigliamento che poi, negli anni successivi, sarebbe fallita. L'uomo ha portato a termine il suo compito di liquidatore, probabilmente senza rendersi conto che quei 300 euro non erano stati versati. Poi, dopo anni, ha ricevuto la notifica.

Una situazione in realtà non isolata, tanto che negli ultimi mesi si starebbe verificando con una certa frequenza.

"Inps ha iniziato a notificare ordinanze di ingiunzione comminando sanzioni amministrative elevatissime (da un minimo di 10mila ad un massimo di 50mila euro) - spiega il legale - per l’omesso versamento, anche in anni non recenti, della quota contributiva a carico del lavoratore". Sono almeno 5 le sentenze di annullamento dell'ingiunzione che nelle ultime settimane il Giudice del lavoro ha pronunciato. 

osvaldo fratini-2Ma perché proprio in questo periodo in molti ad Arezzo, tra titolari di aziende fallite, in concordato o liquidatori, hanno ricevuto tali notifiche? "Perché l'omissione di questa quota di contribuiti, molto spesso dovuta ad una mancata conoscenza della normativa, dal 2016 è stata depenalizzata fino alla soglia di 10 mila euro, con esiti paradossali - spiega Fratini (nella foto) - . In pratica la pena che prima poteva essere patteggiata, sostituita o addirittura non comminata dal giudice penale in casi di speciale tenuità, viene oggi rimpiazzata da una sanzione amministrativa molto pesante e comunque rivolta, a distanza di anni dal fatto, alla persona fisica del trasgressore, amministratore o talvolta liquidatore di società ormai cessate".

Così negli ultimi mesi, a circa 5 anni di distanza dall'entrata in vigore della normativa, hanno iniziato ad arrivare a pioggia le notifiche di Inps. 
"Abbiamo di recente affrontato vari casi di questo tipo, in cui, a fronte di omissioni di poche decine di euro, Inps ha comminato sanzioni amministrative per decine di migliaia". Cioè a fronte di mancati pagamenti di 300 o 400 euro, sono arrivate sanzioni da oltre 25mila, proprio come nel recente caso dibattuto in tribunale. 
In questo caso, spiega il legale, "il Giudice ha dichiarato l’intervenuta decadenza di Inps dal potere di irrogare la sanzione amministrativa, ma questa è solo una delle varie ragioni di impugnazione che erano state svolte in ricorso, a cui si aggiunge la richiesta di rinvio alla Corte Costituzionale, per valutare la legittimità di una norma che, di fatto, finisce per far subìre al trasgressore conseguenze ben più afflittive della sanzione penale".

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Non versa 300 euro di contributi per un'azienda della quale era liquidatore, Inps lo sanziona per 27mila

ArezzoNotizie è in caricamento