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Cronaca

Gli occhiali "speciali" della Municipale nel mirino del Garante della privacy

L’Autorità ha aperto un’istruttoria nei confronti del Comune per la sperimentazione, dal 1 dicembre, degli occhiali che permettono di accedere ai documenti dei veicoli puntando lo sguardo sulla targa

Occhiali smart sotto il mirino del Garante della privacy. L’Autorità ha infatti aperto un’istruttoria nei confronti di due comuni. Uno è quello di Arezzo, l'altro quello di Lecce.

"In base alla normativa europea e nazionale - ha ricordato l’Autorità all'agenzia AdnKronos - il trattamento di dati personali realizzato da soggetti pubblici, mediante dispositivi video è generalmente ammesso se necessario per l’esecuzione di un compito di interesse pubblico o per l’esecuzione di un compito di interesse pubblico o connesso all’esercizio di pubblici poteri. Ma i Comuni, ha sottolineato il Garante, possono utilizzare impianti di videosorveglianza, solo a condizione che venga stipulato il cosiddetto “patto per la sicurezza urbana tra Sindaco e Prefettura”.

Per quanto riguarda il Comune di Arezzo, il Garante ha avviato un’istruttoria in seguito alla notizia, battuta gli scorsi giorni dalle testate locali, a partire dal 1° dicembre 2022 è prevista la sperimentazione di “super-occhiali infrarossi” (che rileverebbero il numero di targa e, collegandosi ad alcune banche dati nazionali, sarebbero in grado di verificare la validità dei documenti del guidatore).

Nel dettaglio, quello che verrà testato sulle strade aretine è un sistema costituito da "un occhiale dotato di visore e di telecamere ad alta risoluzione ideato per riconoscere e leggere automaticamente i dati dei veicoli e i documenti degli utenti. Grazie al software Urbano 2.0, integrato nel device abbinato al sistema, consentono l'accesso alle principali banche dati e l'acquisizione in tempo reale delle informazioni richieste che saranno impresse direttamente sul visore oculare".

L’Autorità, con una nota, ha messo in guardia dall’uso di dispositivi video che possano comportare, anche indirettamente, un controllo a distanza sulle attività del lavoratore e ha invitato al rispetto delle garanzie previste dalla disciplina privacy e dallo Statuto dei lavoratori.

Stando a quanto riporta l'agenzia AdnKronos, "anche il Comune di Arezzo dovrà fornire copia dell’informativa che sarà resa agli interessati, sia cittadini a cui si riferiscono i veicoli e sia personale che indosserà i dispositivi, e la valutazione d’impatto sul trattamento dei dati che li riguarda".

In realtà già questa mattina il comandante della Polizia Municipale ha inviato al garante una valutazione d'impatto. 

"Ci siamo mossi subito perché sappiamo che la materia è delicata e soprattutto in divenire anche in termini di normativa - ha precisato Aldo Poponcini -. Il kit presentato è in via di sperimentazione, siamo i primi in Italia, ma non ha nulla a che vedere con il riconoscimento facciale: ci permette di accedere a banche dati alla quali già abbiamo accesso, ma con modalità di lavoro innovative. Ringrazio il garante per aver posto l'accento su questi aspetti della privacy, perché di fatto si tratta di questioni per le quali ancora non è presente una normativa".

Ultimo aggiornamento ore 21.30

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