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Cronaca

'Ndrangheta in Toscana. Chiusa l'inchiesta per 13 indagati, cinque risiedono nell'Aretino

L'indagine è stata portata avanti come figlia di quella sul Keu. Coinvolto anche un dipendente della Regione Toscana accusato di corruzione

Sono 13 gli indagati per i quali si sono chiuse le indagini nell'ambito dell'inchiesta fiorentina sulla presenza della 'ndrangheta in Toscana. E' il territorio valdarnese che maggioramente torna sotto la lente d'ingrandimento, così come nell'indagine madre quella sullo smaltimento illecito del Keu. E non sono poche le persone coinvolte che abitano in provincia di Arezzo. Tra di loro un dipendente della Regione Toscana, all'epoca dei fatti impiegato al Genio Civile del Valdarno Superiore e che risiede ad Arezzo.

E' la Dda di Firenze che ha portato a compimento le indagini su questi specifici soggetti coinvolti in parte delle tre inchieste che nell'aprile del 2021 portatono agli arresti di 23 persone.

Tra coloro che hanno visto chiudersi le indagini ci sono alcuni ritenuti vicini alla cosca Gallace di Guardavalle che opera nel catanzarese, ci sono anche due imprenditori riconducibili a un’azienda del Mugello. Vari i reati contesti ai diversi soggetti, si va dall'associazione per delinquere, alla illecita concorrenza ed estorsione aggravate dal metodo mafioso, alla corruzione, fino alla detenzione e spaccio di stupefacenti.

Tra gli episodi finiti nel mirino del pm Eligio Paolini ci sono i lavori di movimento terra nella strada 429. Gli inquirenti ipotizzano che un imprenditore sia stato estromesso attraverso minacce da soggetti vicini ai Gallace per far lavorare al suo posto l'azienda del Mugello.

Il dipendente aretino del Genio civile è accusato di corruzione perché avrebbe ricevuto anche uno sconto per una vacanza in Calabria, in cambio di aiuti nell’assegnazione di lavori commissionati dalla Regione Toscana. Uno di questi riguarda l'affidamento diretto, nel novembre 2019, per una manutenzione nella frazione di Spoiano, nel Comune di Civitella. L'attività del dipendente pubblico sarebbe stata a favore della Idrogeno Srl il cui amministratore è a sua volta accusato di associazione a delinquere ed è residente a Bucine così come gli altri due della stessa famiglia coinvolti. E' invece agli arresti domiciliari a Pergine Valdarno uno degli indagati accusati di associazione mafiosa.

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