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Cronaca

Infangano con le svastiche l'evento sugli ebrei di Arezzo. Minacce di morte al giornalista Marco Botti

Aggressione ai partecipanti alla "camminata virtuale" per la Giornata della Memoria tra i luoghi della antica comunità ebraica aretina. L'appuntamento, sulla piattaforma Meet, è stato organizzato dalla sezione soci di Arezzo di Unicoop Firenze

Una squallida incursione per cercare di rovinare un'iniziativa culturale in occasione della Giornata della Memoria. Un tentativo, più che altro, visto che Marco Botti, il relatore dell'evento, ha continuato a parlare per un'ora, nonostante i numerosi e continui disturbi, tra cui bestemmie, simboli nazi-fascisti ostentati, minacce di morte. "E' stato davvero pesante - racconta a caldo - sono andato avanti per inerzia. Di solito cerco di essere brillante quando parlo, per appassionare il pubblico. Oggi ero evidentemente teso, ma mi sono detto: bisogna portare in fondo l'iniziativa". Per non darla vinta ai delinquenti autodefinitisi "hacker nazi-fascisti". Che, se rintracciati, saranno denunciati.

Cosa è successo

Oggi, alle 15, è andato in scena l'appuntamento online "Memorie ebraiche in Arezzo", in occasione della Giornata della Memoria. Una sorta di passeggiata virtuale organizzata dalla sezione soci di Unicoop Firenze, nell'ambito del circuito delle "passeggiate della salute". I percorsi sono ideati e curati dal giornalista Marco Botti (che è anche collaboratore della nostra testata, autore del fortunato blog "Arezzo da Amare"); prima della pandemia venivano effettuate vere e proprie camminate culturali, adesso le tappe sono virtuali, sulla piattaforma Meet. Come nel caso di oggi: Marco Botti spiegava, mentre scorrevano immagini dei luoghi raccontati. In particolare, visto il tema dell'appuntamento, si parlava di piazza Grande, dove la comunità ebraica aretina dell'800 aveva attività commerciali, e del Campaccio, dove sorgeva il cimitero ebraico.

L'evento, aperto a tutti, è stato però funestato sin da subito. "Io non vedevo ciò che stava succedendo, perché facevo scorrere le immagini, ma ho iniziato a d avvertire un sottofondo fastidioso, a causa di alcuni utenti che si erano introfolati all'interno della videoconferenza per disturbare: poi ho iniziato a sentire sonore bestemmie". Intanto nella chat è comparso di tutto: protetti da nomi di fantasia, i protagonisti hanno caricato immagini di raduni di neonazisti incappucciati e scritto di tutto, tra una svastica e un "viva il duce", hanno trovato anche il modo di minacciare di morte Marco Botti ("ti faccio saltare col botto"). "Gli organizzatori - aggiunge Marco - hanno poi iniziato a buttar fuori i disturbatori, che però riuscivano a rientrare con altri account finti. Spero solo che si possano identificare".

A Marco Botti va la vicinanza e la solidarietà della redazione di Arezzo Notizie

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