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Cronaca

Mureddu dal gip, la procura chiede il rinvio a giudizio

E' stato fissato il 15 giugno prossimo l'appuntamento in tribunale ad Arezzo per l'udienza preliminare di Valeriano Mureddu, accusato di bancarotta fraudolenta e arrestato lo scorso 23 febbraio per poi essere scarcerato, vista la concessione della...

E' stato fissato il 15 giugno prossimo l'appuntamento in tribunale ad Arezzo per l'udienza preliminare di Valeriano Mureddu, accusato di bancarotta fraudolenta e arrestato lo scorso 23 febbraio per poi essere scarcerato, vista la concessione della misura meno afflittiva degli arresti domiciliari (il quarantenne ha figli piccoli da accudire). “Chiarirò tutto, sono sereno” aveva detto dal carcere in occasione dell'interrogatorio di garanzia. E adesso raccontare la sua verità al giudice Gianni Fruganti, perché la procura di Arezzo ha chiesto il suo rinvio a giudizio.

I casi legati a Valeriano Mureddu

Il caso di Badia al Pino

Da circa un anno era già indagato per riciclaggio nell’ambito della stessa vicenda: quella della Geovision, azienda di imballaggi con sede a Badia al Pino nel comune di Civitella in Valdichiana, ora dichiarata fallita dal tribunale di Arezzo. L’azienda sarebbe riconducibile proprio a Mureddu anche se il 40enne non compare ufficialmente come titolare. La Geovision fallita ha determinato l’accusa di bancarotta fraudolenta. L’azienda sarebbe stata coinvolta, secondo la ricostruzione dei magistrati, nel riciclaggio di denaro ottenuto illecitamente attraverso una truffa allo Stato sull’Iva, portata avanti mediante dei passaggi di materiale da un’azienda a un’altra.

Boschi, Carboni, Cantarelli e l’Arezzo calcio

Mureddu salì alla ribalta delle cronache perché avrebbe accompagnato Pierluigi Boschi (padre dell’ex ministro Maria Elena) nel luglio 2014 da Flavio Carboni, quando Banca Etruria era alla ricerca di un direttore generale e Pier Luigi Boschi era vice presidente dell’istituto di credito aretino. Mureddu sarebbe stato inoltre implicato nei tentativi (falliti) di scalata all’azienda Cantarelli e all’Arezzo Calcio, sfruttando – ipotizzano i magistrati – il denaro che sarebbe stato riciclato. Quella che gli inquirenti stanno ricostruendo è l’immagine di un faccendiere che, partito dalla Sardegna, si è poi mosso nel centro Italia. Prima di trasferirsi in provincia di Arezzo, abitava a Rignano, paese del padre di Matteo Renzi.

Foto: il procuratore capo di Arezzo Roberto Rossi

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