Ciao Walter, morto il simbolo della lotta per la cannabis terapeutica
Affetto da artrite reumatoide da oltre 35 anni, il paziente aveva deciso di coltivare cannabis per supplire alle mancanze del Sistema Sanitario che non gli garantiva la terapia, nonostante la regolare prescrizione medica
Walter De Benedetto se n'è andato. Si è spento questa notte, secondo le prime informazioni sarebbe stato colto da un arresto cardiaco. A darne notizia è stata Antonella Sodo, coordinatrice della campagna Meglio legale.
Walter, 50enne aretino, è stato un simbolo della lotta per la libertà di cura e per la liberalizzazione della cannabis terapeutica. La sua storia, che ha raccontato a gran voce con dolore e ma anche con grande dignità, ha toccato il cuore di tutti gli italiani.
"Nella notte purtroppo ci ha lasciato Walter De Benedetto. Con il suo coraggio è riuscito a portare il tema della cannabis terapeutica, e di tutte le difficoltà in cui incorrono i pazienti che ne fanno uso, all’attenzione dell'opinione pubblica. È stato costretto a fare una cosa che nessun paziente dovrebbe fare: rendere pubblico il suo dolore. Da vero leader gentile ha fatto della sua sofferenza una battaglia di e per molti. Noi continueremo la sua e la nostra lotta con maggiore forza e determinazione, come lui ci ha insegnato". ha detto Antonella Sodo - coordinatrice della campagna Meglio Legale che lo scorso anno ha seguito il processo di De Benedetto, imputato per aver coltivato la sua terapia.
"La mia storia di fronte al giudice": Walter a processo
Walter era affetto da artrite reumatoide: aveva scoperto questa malattia circa 35 anni fa e da allora ha combattuto duramente. La sua vicenda era balzata alle cronache perché per curare i terribili dolori che lo affliggevano aveva deciso di coltivare in proprio la cannabis. Una scelta rischiosa, viste le leggi italine, fatta per supplire alle mancanze del Sistema Sanitario che non gli garantiva la terapia, nonostante la regolare prescrizione. La serra però fu trovata e sequestrata dai carabinieri e Walter e un suo amico finirono a processo.
Nell'aprile del 2021 è arrivata la sentenza di assoluzione, in quanto l’utilizzo della cannabis è stato dichiarato strettamente legato ai fini terapeutici. Le motivazioni sono apparse come una novità nel panorama giurisprudenziale, creando con la sua battaglia un precedente in grado di aiutare molti altri nelle sue condizioni.
Supportato dalla campagna Meglio Legale e dall’Associazione Luca Coscioni, Walter De Benedetto si era più volte appellato alla politica: in vista del suo processo si era rivolto al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Walter deposita il testamento biologico
L’ultima lettera, lo scorso 17 marzo 2022, era rivolta al Presidente della Camera Roberto Fico, alla ministra Fabiana Dadone e al presidente della Commissione Giustizia Mario Perantoni per sollecitare la risposta del Parlamento davanti alla proposta del Ddl sulla Coltivazione Domestica, ancora oggi in discussione in Commissione Giustizia.
In questo suo ultimo appello al Parlamento, Walter scriveva: “Ci sentiamo scoraggiati perché sembra che il nostro Stato preferisca lasciare 6 milioni di consumatori nelle mani della criminalità organizzata anziché permettergli di coltivarsi in casa le proprie piantine” e concludeva, come sempre, ricordando a tutti che “il dolore non aspetta”.