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Cronaca

Morì nel frantoio per inerti, la Procura chiede l'archiviazione del caso

Francesco Brenda perse la vita mentre stava lavorando: padre di due figli, aveva 51 anni. Gli esiti dell'autopsia non sarebbero riusciti a chiarire la dinamica dell'incidente

La notifica è arrivata: la procura di Arezzo ha chiesto l'archiviazione per la morte di Francesco Brenda, il 51enne che il 25 gennaio del 2022 ha perso la vita mentre stava lavorando. Finì dentro un frantoio per inerti in funzione.

Gli esiti dell'autopsia, depositato a oltre un anno di distanza dal decesso, hanno chiarito che Brenda non aveva assunto né alcolici né sostanze stupefacenti e non mostrava segni di violenza causata da terzi. La morte è stata causata "da lesioni craniencefaliche": l'uomo aveva lacerazioni del cuoio capelluto, in corrispondenza delle quali c'erano delle fratture del cranio. A causarle sarebbe stato proprio il macchinario. 

Ma perché è caduto dentro al frantoio? L'autopsia non ha chiarito la dinamica e nemmeno gli accertamenti svolti in seguito all'incidente dagli inquirenti sarebbero riusciti a ricostruire la causa. Un malore o un intervento umano restano le uniche ipotesi. Ma stando a come è stato trovato il corpo (un braccio sarebbe rimasto steso lungo il fianco, come se non ci fossero stati tentativi di frenare una eventuale caduta con gli arti), quella preminente potrebbe essere proprio il malore.

Accertamenti sul macchinario

Dagli accertamenti condotti sul macchinario emerse che la postazione dove lavorava l'uomo sarebbe stata protetta. L'altezza del parapetto - circa 90 centimetri -  sarebbe stata però inferiore di alcuni centimetri rispetto a quanto previsto dalla normativa. Vista l'altezza dell'uomo però, secondo la procura quei centimetri non avrebbero fatto la differenza. Il frantoio che stritola gli inerti avrebbe funzionato regolarmente, nessun guasto, tanto che poche settimane dopo l'incidente fu dissequestrato e rimesso in funzione. 

Adesso le indagini (coordinate dal pm Marco Dioni) sono chiuse e i legali della famiglia, Pierluigi Fabbri e Fabio Appiano ha ricevuto la notifica con la richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura. 

La tragedia durante il turno di lavoro

L'incidente avvenne al mattino, poco dopo le 10 nell'azienda Mariotti Calcestruzzi, in località Nave (alle porte di Bibbiena). Il 51enne lavorava da tantissimi anni nell'impianto. Da tutti considerato molto esperto, sapeva utilizzare i macchinari e sapeva anche come muoversi. Nonostante questo, quella mattina cadde all'interno di un macchinario. Nessuno vide cosa stava accadendo e gli sforzi dei sanitari, giunti sul posto dopo che fu dato l'allarme, furono vani. Per l'uomo, padre di due figli, non ci fu più nella da fare. 

In seguito all'incidente la procura aprì un fascicolo per omicidio colposo: il titolare dell'azienda, Antonio Mariotti (rappresentato dal legale Saverio Agostini) è iscritto nel registro degli indagati. 

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