Il lavoro che uccide. Otto decessi in un anno: il triste primato della provincia di Arezzo

Otto vite spezzate. Otto storie la cui fine è arrivata un giorno qualsiasi. Tanti sono gli aretini che nel 2022 hanno perso la vita durante l’orario di lavoro. Una cifra esorbitante che, in relazione all’incidenza sul numero degli occupati, porta Arezzo al 22esimo posto della classifica nazionale stilata dall'Osservatorio Vega Engineering. Una fotografia pesantissima che contestualizzata in ambito regionale si colora di tinte ancora più fosche.

Parlando in numeri assoluti Firenze è il capoluogo di provincia con il maggior numero di morti bianche (14). Una cifra che però rapportata al numero degli occupati non raggiunge neanche lontanamente le stime aretine che superano i 55 infortuni sul posto di lavoro ogni milione di abitanti. Peggiore di questo c’è solo lo scenario del Grossetano. Con sei decessi su 93.153 impiegati è il territorio toscano dove la relazione tra occupati e morti bianche è più alta. Seguono le province di Prato e Siena con 5 decessi, Pisa con 7, Lucca 4, Pistoia e Livorno con tre.

Per quello che concerne i casi dell’Aretino, tra le morti più tragiche si registrano quelle avvenute il 25 gennaio 2022 quanto perse la vita in una tramoggia per gli inerti Francesco Brenda. L’11 aprile Enzo Boriosi, 65enne di Sansepolcro, morì dopo essere stato schiacciato da lastre di vetro in un'azienda di San Giustino Umbro.

In totale in tutta la Toscana sono 55 le persone che hanno perso la vita durante l’orario di lavoro su un totale di oltre 1,5 milioni di impiegati. Una cifra enorme che corrisponde al 7 per cento del totale degli addetti.