Filmò l'agonia di Sandrelli lungo il Grande raccordo anulare: è accusato di omissione di soccorso
Concluse le indagini della Procura di Roma. L'uomo che girò le immagini adesso rischia un pesante processo
L'accusa è pesante: omissione di soccorso. E adesso, l'automobilista che filmò il pittore cortonese Francesco Sandrelli avvolto dalle fiamme mentre si trovava sul Grande Raccordo Anulare rischia il processo. Le indagini della Procura di Roma si sono concluse e la pm che le ha coordinate, Silvia Sereni, - come riporta Repubblica - ha formalizzato l'accusa nei confronti dell'automobilista che "non si è fermato per prestare soccorso e non ha chiamato il 112".
Il rogo e le ferite gravissime
Sandrelli, artista di fama internazionale, morì lo scorso 24 marzo in un ospedale della capitale, dopo circa un mese di agonia in seguito al rogo della sua auto avvenuto il 6 febbraio. Erano le 12 circa infatti quando, all'altezza dei Casal del Marmo la vettura iniziò prendere fuoco: lui accostò lungo la corsia d'emergenza e scese. Le fiamme lo avvolgevano e Sandrelli tentava disperatamente di salvarsi cercando di spegnerle muovendosi avanti e indietro sulla carreggiata. Ma le ustioni che riportò furono gravissime e non gli lasciarono scampo.
Il filmato e le accuse
Quei terribili momenti furono filmati da un automobilista che in seguito diffuse il video sui social (in particolare fu pubblicato su Welcome to favelas e poi rimosso dagli amministratori). Nel filmato si sentiva l'uomo commentare: "A zì, hai pijato foco? Senti che callo, mamma mia". Un gesto e delle parole delle quale in seguito l'uomo si sarebbe pentito
Dopo la morte, la procura di R.oma aprì un fascicolo: le indagini portarono a individuare l'uomo che girò il videoche fu iscritto nel registro degli indagati. Adesso le indagini sono concluse e l'accusa formalizzata e potrebbe andare incontro ad un processo.