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Cronaca

Morì in vacanza, lo sciopero degli avvocati incombe sull'udienza preliminare. Rischio falsa partenza

E' a rischio falsa partenza il processo per la morte di Martina Rossi, la studentessa ligure che ha perso la vita durante una vacanza a Palma de Majorca nell'agosto del 2011. Mercoledi 24 maggio, di fronte al Gup Piergiorgio Ponticelli dovrebbe...

E' a rischio falsa partenza il processo per la morte di Martina Rossi, la studentessa ligure che ha perso la vita durante una vacanza a Palma de Majorca nell'agosto del 2011. Mercoledi 24 maggio, di fronte al Gup Piergiorgio Ponticelli dovrebbe celebrarsi l'udienza preliminare nella quale potrebbero essere rinviati a giudizio i due ragazzi aretini, Luca e Alessandro, coinvolti nella vicenda. Ma proprio da domani (lunedì) gli avvocati penalisti sono in sciopero per manifestare la loro contrarietà alla riforma e anche i legali dei due giovani probabilmente si asterranno. A quel punto l'udienza potrebbe aprirsi e chiudersi con un semplice rinvio. Senza entrare nel merito della vicenda.

E l'attesa per la famiglia di Martina, che da sei anni chiede di conoscere la verità sulla scomparsa della giovane, potrebbe farsi ancora più lunga.

Poche settimane fa i genitori sono stati sentiti, formalmente, per la prima volta. Il loro interrogatorio è stato verbalizzato. "La Procura - spiega il legale Luca Fanfani che assiste, insieme a Stefano Savi, Bruno Rossi e la moglie Franca - ha chiesto precisazioni sul vissuto di Martina. E questo colloquio è stato anche un modo per chiudere un cerchio che, a livello di istruttoria, era rimasto aperto". I genitori di Martina infatti non erano ancora mai stati sentiti formalmente.

LA VICENDA

Secondo la procura Martina morì per cercare di sfuggire ad una violenza sessuale che i due giovani aretini, difesi dagli avvocati Stefano Buricchi e Tiberio Baroni, avrebbero tentato.

La ricostruzione di quel 3 agosto 2011 per gli inquirenti è chiara: Martina si trovava in camera con i due ragazzi e avrebbe cercato una via di fuga nel terrazzo. Avrebbe tentato di scavalcare la ringhiera per rifugiarsi nella camera adiacente, ma scivolò su alcuni teli da mare bagnati stesi ad asciugare e cadde. Un volo dal sesto piano che non le lasciò scampo.

La versione dei due aretini appare completamente diversa. Fin dalle prime dichiarazioni, Alessandro e Luca hanno parlato di suicidio. La strategia difensiva punta il dito su alcuni crisi avute in adolescenza, quando per uscire da una situazione difficile - che l'aveva provata psicologicamente - la sua famiglia si era rivolta ad uno specialista. Per mesi, stando a quanto riportato dalla difesa, sarebbe stata in cura. E la procura ha chiesto ai genitori di Martina precisazioni proprio su questi aspetti del vissuto della ragazza.

C?è poi una terza ipotesi che potrebbe però essere presa in considerazione. Secondo la quale, quella notte, oltre a fumare uno spinello, i tre abbiano utilizzato anche qualche altra droga, che non lascia tracce. Una sostanza chimica che potrebbe aver offuscato la lucidità dei tre, e innescato reazioni estreme nella giovane, compresa la fuga finita in tragedia.

IL PROCESSO

Se, come probabile, i difensori dei due ragazzi aretini aderiranno allo sciopero, il Gup Piergiorgio Ponticelli potrebbe rinviare tutto e l'udienza preliminare potrebbe chiudersi con un nulla di fatto. Altrimenti, se l'udienza si celebrasse e i due venissero rinviati a giudizio, la difesa dovrebbe decidere se chiedere riti alternativi (abbreviato) o andare a processo. Ed è probabile che i legali scelgano il rito ordinario. Ma è tutto da vedere.
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