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Cronaca

Morì di overdose a Cesa, interprete scopre di quale caso si deve e occupare e si rifiuta di prestare la sua assistenza. Processo rinviato

Quando è arrivata in tribunale ha conosciuto i parenti della vittima e ha deciso che lei non avrebbe tradotto quel processo. E' stata così rinviata al 12 luglio prossimo l'udienza preliminare per la morte di Sarah, la 19enne che fu trovata senza...

Quando è arrivata in tribunale ha conosciuto i parenti della vittima e ha deciso che lei non avrebbe tradotto quel processo. E' stata così rinviata al 12 luglio prossimo l'udienza preliminare per la morte di Sarah, la 19enne che fu trovata senza vita in un appartamento di Cesa. Sul banco degli imputati c'è un giovane marocchino accusato "morte in conseguenza di un altro reato" per aver ceduto dello stupefacente alla ragazza morta in seguito ad una overdose. Il giovane aveva trascorso insieme ad un amico fidanzato della ragazza, del quale gli inquirenti stanno ancora cercando le tracce, alcuni giorni in quell'appartamento.

Tra lo stupore generale però l'interprete ha fatto un passo indietro, spiegando che aveva appena preso atto di quale reato trattasse il procedimento e che non se la sentiva di tradurre tutto quanto.

Durante l'udienza dunque i genitori e i due fratelli della ragazza si sono costituiti parte civile, assistiti dall'avvocato Sabina Senatore. E poi il giudice ha disposto il rinvio per il rito abbreviato.

LA TRAGEDIA

Sara fu trovata l’11 marzo del 2017, in tarda mattinata, dalla proprietaria di una villetta di Cesa. Era arrivata lì due giorni prima, insieme a due uomini – magrebini – che avevano affittato la casa. Il giorno in cui avrebbero dovuto riconsegnare le chiavi nessuno si presentò e così la proprietaria decise di andare a vedere cosa era accaduto. Una volta entrata in casa si è resa conto del dramma.

La giovane fu trovata riversa sopra ad un letto, avvolta solo in un asciugamano. Subito sono stati chiamati i soccorsi, ma per la ragazza non c’era nulla da fare. La morte sarebbe sopraggiunta nel cuore della notte.

Nell’abitazione furono trovati residui di marijuana fumata, numerose bottiglie di birra e una confezione vuota di pillole anti depressive. Un quadro che fece supporre agli investigatori, coordinati dalla pm Angela Masiello, che prima della morte si sia consumato una sorta di festino. L’autopsia, disposta dalla procura, chiarì che la morte fu causata da un mix di sostanze, farmaci e alcol.
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