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Cronaca

Caso Martina, il viaggio del dolore dei genitori e le incongruenze spagnole. "I jeans nel balcone non erano i suoi"

I carabinieri sotto casa, la corsa con il cuore in gola verso il primo volo (un jet privato) diretto a Palma di Maiorca, il dolore immenso di trovarsi di fronte alla realtà. Sono stati attimi di profonda commozione quelli vissuti ieri pomeriggio...

I carabinieri sotto casa, la corsa con il cuore in gola verso il primo volo (un jet privato) diretto a Palma di Maiorca, il dolore immenso di trovarsi di fronte alla realtà. Sono stati attimi di profonda commozione quelli vissuti ieri pomeriggio presso il tribunale di Arezzo, dove il padre e la madre di Martina Rossi, studentessa ligure morta precipitando dal balcone dell'hotel Santa Ana di Palma di Maiorca, hanno raccontato le concitate ore vissute subito dopo aver ricevuto la tragica notizia.

E' stata una udienza lunga e carica di emozioni, che ha visto chiamati a deporre i testi della Procura. Al mattino la psicologa che aveva seguito la giovane durante l'adolescenza, il medico di famiglia e poi una compagna di studi di Martina. Poi il giovane con il quale la studentessa scambiò l'ultimo bacio, in un locale. Infine i genitori, Bruno e Franca. Sul banco degli imputati - non presenti in aula - ci sono due giovani aretini: Alessandro Albertoni (assistito dal legale Tiberio Baroni) e Luca Vanneschi (assistito dall'avvocato Stefano Buricchi). Su di loro pende l'accusa di morte in conseguenza di altro reato, ovvero un tentativo di stupro dal quale - secondo l'accusa - Martina avrebbe tentato di sfuggire. I genitori della ragazza hanno ripercorso le drammatiche ore in cui sono arrivati nell'isola delle Baleari. La madre ha raccontato di essersi trovata sola: non c'erano le amiche e nemmeno i due ragazzi aretini. E proprio l'incontro con questi ultimi è stato rievocato in aula. "Uno di loro (Albertoni ndr), aveva graffi sul collo", ha sottolineato la madre. La signora Franca ha parlato per circa due ore, spiegando perché secondo lei le indagini in quelle ore furono superficiali. LA DIFESA Al termine dell'udienza anche le difese (che hanno svolto il contro esame su tutti i testi) hanno parlato di "aspetti interessanti emersi durante l'udienza, in grado di insinuare seri dubbi sulla ricostruzione fatta dalla Procura". In particolare, come ha sottolineato l'avvocato Buricchi, un elemento sul quale riflettere è stato il mancato riconoscimento da parte dei genitori della ragazza dei jeans "rovesciati" e delle scarpe verdi che sono stati trovati sul balcone. Una delle ipotesi iniziali infatti era quella che si trattasse dei pantaloni della ragazza. Invece no, non sarebbero stati i suoi indumenti, che in un primo momento era stato ipotizzato fossero stati strappati via e abbandonati nel balcone. Lo stesso ragazzo di Urbino, con il quale Martina ebbe l'ultimo flirt e con il quale scambiò teneri baci, ricorda che la ragazza indossava un abito diverso, di colore verde. Altro dubbio quello sollevato sulla prescrizione di medicinali: cosa fu prescritto alla giovane dal medico di famiglia nel marzo 2011? Antibiotici, come sostiene la parte civile, o blandi antidepressivi, come sostiene la difesa? CALENDARIO DELLE UDIENZE La prossima udienza, in programma per il 25 giugno, quasi sicuramente si concluderà con un veloce rinvio a causa dell'astensione delle camere penali. Il 29 giugno invece saranno ascoltati altri testi ritenuti chiave: le due amiche partite con Martina, i due ragazzi castiglionesi che erano in vacanza con Vanneschi e Albertoni, e anche due turisti danesi che alloggiavano in camere adiacenti alla 609. Quella camera da dove Martina raggiunse il balcone e precipitò per sei piani.

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