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Cronaca

Marco Carta scarcerato ma il processo si farà: "Sono una persona onesta, non rubo"

Ecco perché il cantante resta ancora indagato dopo il furto alla Rinascente

Resta indagato per furto aggravato in concorso il cantante Marco Carta e il prossimo 20 settembre dovrà comparire davanti ad un giudice per il processo.

E' in seguito all'episodio verificatosi all'interno alla Rinascente di Milano, portato alla luce grazie all'interno dell'azienda aretina Gecom, che il cantate dovrà difendersi dalle accuse mosse nei suoi confronti. Un pasticcio che è iniziato con il furto di alcuni capi di abbigliamento all'interno dello store, proseguito con l'arresto del cantante e terminato con il suo rilascio.

Secondo quanto ricostruito da MilanoToday Carta e l’amica Fabiana Muscas erano stati bloccati da un addetto alla sorveglianza all’uscita del grande magazzino in piazza Duomo dopo che il sistema di antitaccheggio aveva suonato: nella borsa della donna erano stati trovati sei t-shirt per un valore complessivo di 1.200 euro e un cacciavite. I vigili urbani, giunto sul posto, hanno arrestato entrambi e li hanno posti ai domiciliari fino all’udienza di convalida, tenutasi sabato pomeriggio. Il giudice ha convalidato poi l'arresto solo per la donna, per entrambi non è stata disposta nessuna misura restrittiva.

Uscendo dal tribunale, il cantante ha ribadito: “Le magliette non le ho rubate io e lo hanno visto tutti”. Poi un post sui social qualche ora dopo: “Sono una persona onesta e certamente non rubo”.

Un vecchio proverbio diceva "male non fare, paura non avere". Ho continuato a ripetermelo in attesa di vedere il magistrato e ho fatto bene a ripetermelo e ad aver fiducia nella magistratura che ha riconosciuto la mia totale estraneità ai fatti. Sono molto scosso in questo momento e spero e mi auguro con tutto il cuore che la stampa e il web diano alla notizia della mia estraneità al reato di furto aggravato la stessa rilevanza che hanno dato all'arresto. In questi casi quando sai di essere ingiustamente accusato pensi alla tua famiglia e alle persone a te care che leggono notizie e si allarmano e soffrono inutilmente. Vi prego di restituire a loro la serenità che meritano. Sono una persona onesta e certamente non rubo. Grazie ancora e spero mi aiutiate per me e per loro a fare chiarezza.

Il racconto dell'addetto alla sorveglianza della Gecom

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