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Cronaca

Corruzione organizzata: la "variante toscana" della mafia. Ecco le infiltrazioni aretine

Nel rapporto semestrale della Dia il racconto di come la criminalità sta operando sul territorio. Allarme per possibili interferenze della malavita organizzata calabrese su edilizia, ciclo dei rifiuti, settore immobiliare e turistico

C'è anche una "variante toscana", una modalità specifica, tra le numerose attraverso cui la criminalità organizzata allunga i propri tentacoli sui territori. Se ne parlava già nel quinto rapporto sui "Fenomeni corruttivi e di criminalità organizzata in Toscana", pubblicato il 15 dicembre 2021. E il concetto viene ripreso anche nell'ultima versione della relazione semestrale della Dia, la Direzione investigativa antimafia, che fa riferimento ai primi sei mesi del 2021.

Mafia, le tipicità toscane

"Pur in assenza di insediamenti strutturati ed autonomi", si legge, le mafie esercitano "una più incisiva e penetrante infiltrazione a causa delle criticità economiche generate dalla crisi pandemica che aprono nuovi scenari di colonizzazione criminale dell’economia regionale". Si legge inoltre nel documento che “gli episodi del 2020 rendono sempre più intellegibili i caratteri di una specifica variante toscana rispetto ai fenomeni di riproduzione criminale delle mafie nazionali e transnazionali nella Regione. In Toscana queste organizzazioni mostrano una forte vocazione imprenditoriale, che trova realizzazione nel tessuto economico locale attraverso investimenti di capitali illeciti sia per fini di mero riciclaggio, sia con l’obiettivo di fare impresa, operando attivamente nel mercato regionale e anche fuori i confini regionali”.

La corruzione organizzata

Si parla, per la Toscana, di “corruzione organizzata” in cui il “centro di regolazione si orienta verso dirigenti e funzionari pubblici, e verso una gamma di attori privati: imprenditori, mediatori, faccendieri, professionisti, gruppi criminali”. Puntualizza la relazione: "Gli appetiti criminali nei confronti dell’economia legale in generale e dell’imprenditoria in particolare infatti vengono spesso soddisfatti anche tramite le competenze professionali di soggetti autoctoni non sempre direttamente collegabili alle tradizionali organizzazioni mafiose nostrane".

Così nell'Aretino

Nel periodo preso in esame, ovvero gennaio-giugno 2021, non sono mancate operazioni anti mafia nell'Aretino, nel Cortonese, e soprattutto le propaggini valdarnesi della maxi inchiesta Keu. Nel rapporto, inoltre, si legge: "Per quanto concerne la provincia di Arezzo anche nel semestre numerosi sono stati i provvedimenti interdittivi antimafia che hanno attestato il pericolo di una proiezione criminale soprattutto della malavita organizzata calabrese in alcuni settori dell’economia locale come l’edilizia, il ciclo dei rifiuti, il settore immobiliare e turistico".

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