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Cronaca

I tentacoli della Mafia sulle attività economiche: "Così condizionano il sistema"

La relazione semestrale della Dia per la Regione Toscana. Gli interessi della criminalità organizzata sugli appalti, ma anche sui traffici di stupefacenti. Il caso Arezzo

"Le consorterie criminali italiane e straniere continuano a manifestare un particolare interesse nei confronti della Toscana, vista la ricchezza del tessuto socio-economico". La Direzione Investigativa Antimafia (Dia) aggiunge dettagli alla presenza della criminalità organizzata nella regione, nell'ambito della relazione semestrale, aggiornata al luglio 2019. I mafiosi - italiani e stranieri - che operano in zona si concentrano su "fiorenti mercati illeciti". Non ci sono però "evidenze di un insediamento strutturato e autonomo".Le Mafie si sviluppano invece grazie a una elevata mobilità e flessibilità delle strategie "che mirano più che a controllare il territorio a condizionarne il sistema economico attraverso il riciclaggio ed il reinvestimento dei capitali illeciti".

Imprenditori in crisi e criminalità organizzata

La criminalità organizzata - spiega la Dia nella relazione - si mette al servizio del mercato proponendosi per attività quali l’esercizio abusivo del credito, l’erogazione di servizi illeciti e l’abbattimento dei costi di impresa, attraverso manovre di intermediazione del lavoro. Per tali “servizi” ricorre alle competenze di professionisti locali. Si tratta spesso di imprenditori e professionisti in difficoltà finanziaria, che per acquisire maggiore competitività si mettono al servizio delle organizzazioni mafiose.

Il rischio infiltrazioni negli appalti

E' molto delicato, in questo senso, il fronte degli appalti pubblici, a rischio infiltrazioni.

I provvedimenti interdittivi antimafia emessi dalle Prefetture toscane testimoniano le infiltrazioni mafiose nella regione. Ciò ha indotto il Consiglio regionale della Toscana a rafforzare le disposizioni organizzative sulle procedure di affidamento, approvando nuove disposizioni5 in tema di affidamento di lavori in materia di appalti pubblici.

Le mafie italiane e i sodalizi stranieri in Toscana

Già, ma quali sono le Mafie che operano in Toscana? Quelle di origine calabrese, siciliana e campana, in ordine di importanza. Tuttavia, sottolinea il report "con metodologia talvolta assimilabile a quella delle organizzazioni di stampo mafioso tradizionali operano, distintamente o in collaborazione con soggetti criminali di nazionalità italiana, le mafie straniere, composte da stranieri, cinesi in particolare, ma anche albanesi e nordafricani".

Il boom degli stupefacenti e il porto di Livorno

Una notazione a parte - aggiunge la relazione - merita il settore degli stupefacenti e in particolare il porto di Livorno. Lo scalo sembra essere, infatti, diventato un punto di approdo importante, come dimostra l’eccezionale sequestro, operato nel mese di maggio 2019 dalla Guardia di finanza e dall’agenzia delle Dogane di 644 kg di cocaina, suddivisi in panetti occultati all’interno di borsoni, rinvenuti in un container imbarcato su una nave battente bandiera portoghese, proveniente dallo scalo spagnolo di Algeciras. Il valore della cocaina trovata è stimato in circa 130 milioni di euro.

I criminali albanesi e africani e il caso Arezzo

In questo ambito, i criminali albanesi sembrano essere particolarmenti scaltri: "la criminalità albanese sembra aver acquisito, in Toscana, una sorta di monopolio di tutta la filiera illecita relativa alla distribuzione degli stupefacenti, dimostrando capacità relazionali anche con altre compagini delinquenziali". Ma, aggiunge successivamente il rapporto, "anche i gruppi criminali nigeriani, marocchini e tunisini confermano un forte interesse per i traffici di droga".

L'operazione Duomo Vecchio

In questo contesto nel rapporto "si segnalano, ad Arezzo, gli esiti investigativi dell’inchiesta Duomo Vecchio, conclusa il 9 maggio 2019 dalla Polizia di Stato, che ha disarticolato una centrale dello spaccio nel centro cittadino, composta da più di 40 soggetti di prevalente origine nigeriana e marocchina".

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