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Martedì, 16 Aprile 2024
Cronaca

L'"imbarazzante fame di denaro" di Andrea Corti. Così i giudici lo lasciano ai domiciliari

“Andrea Corti è stato il promotore dell’attività illecita; non pago dello stipendio di professore universitario e della remunerazione quale direttore dell’Ato Toscana Sud ha fatto mercimonio della sua funzione per finalità di lucro, mettendosi a...

 
“Andrea Corti è stato il promotore dell’attività illecita; non pago dello stipendio di professore universitario e della remunerazione quale direttore dell’Ato Toscana Sud ha fatto mercimonio della sua funzione per finalità di lucro, mettendosi a disposizione dei privati pagatori e intraprendendo con loro, in una situazione di conflitto di interessi, attività imprenditoriali”.
 
 
E' questo uno dei passaggi riportati nelle motivazioni scritte dai giudici del tribunale del Riesame di Firenze e riguardante la decisione di bocciare la richiesta di ritiro dei domiciliari per Andrea Corti, ex direttore generale Ato Toscana Sud che dal novembre scorso si trova sotto arresto con l'accusa di corruzione, concussione per induzione e turbativa d’asta.
 

La notizia è quella arrivata nella tarda serata di ieri e in pochi minuti ha riacceso l'attenzione mediatica sulla delicata vicenda che vede al banco degli imputati il professore universitario che da tempo ricopriva per l'Autorità di ambito il ruolo di coordinatore.
Tutto ha preso avvio in seguito all'inchiesta della guardia di finanza di Firenze che ha aperto un fascicolo per fare luce sulla gara d'appalto relativa alla gestione integrata dei rifiuti nelle province di Arezzo, Siena e Grosseto (appaltato per vent’anni a Sei Toscana per 3,5 miliardi).
 
 
Ieri i giudici del Riesame hanno dichiarano di condividere le argomentazione del gip sulla “spregiudicatezza” e “imbarazzante fame di denaro” di Corti, che avrebbe dovuto controllare il servizio di gestione integrata dei rifiuti nelle province di Arezzo, Siena e Grosseto (appaltato per vent’anni a Sei Toscana per 3,5 miliardi) e, invece, in “permanente conflitto di interessi” e in “commistione di ruoli” era diventato “consigliere e co-gestore del servizio appaltato, in totale accordo con Eros Organni, l’amministratore delegato di Sei Toscana.
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