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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca Arezzo Nord / Località San Polo

"Era in pericolo la vita di 7 persone". Omicidio di San Polo, l'ipotesi della difesa. Fissato l'interrogatorio

Lunedì mattina Sandro Mugnai, in carcere con l'accusa di omicidio, parlerà di fronte al Gip. Gezim Dodoli, 58 anni, è morto dopo gli spari: era a bordo dell'escavatore che stava colpendo l'abitazione dell'arrestato

"La vita di sette persone era in pericolo". Di qui partirà la difesa di Sandro Mugnai, il 53enne che nella serata di giovedì 5 febbraio ha esploso i mortali colpi di carabina contro Gezim Dodoli. Il vicino di casa 58enne era alla guida di un escavatore e stava colpendo l'abitazione di Mugnai - all'interno della quale la famiglia si era riunita per cena - con la benna del mezzo da lavoro.

I legali di Mugnai sono Marzia Lelli e Piero Melani Graverini. La prima ha già avuto modo di parlare con il suo assistito, ma quei terribili attimi culminati in tragedia verranno ripercorsi con esattezza da Mugnai lunedì mattina, 9 gennaio, alle 11,45: l'uomo, attualmente detenuto nel carcere di San Benedetto di Arezzo con l'accusa di omicidio, dovrebbe raccontare la propria verità nel corso dell'interrogatorio di garanzia.

"Il mio assistito è ovviamente sotto choc per quanto accaduto - spiega Graverini -, le persone all'interno dell'abitazione erano a cena quando hanno avvertito quei colpi che hanno danneggiato la struttura tanto da renderla inagibile. E temevano per la loro vita". A quel punto, in base a quanto ricostruito dai carabinieri della compagnia di Arezzo, Mugnai avrebbe deciso di andare a prendere l'arma da fuoco, tenuta sotto chiave in un armadietto e legalmente detenuta come fucile da caccia. Mugnai infatti lavora il ferro di professione, ma è cacciatore per passione, caposquadra nelle battute al cinghiale.

La serata si è conclusa in dramma: Mugnai, armato, avrebbe quindi esploso i colpi di carabina contro l'abitacolo dell'escavatore, frantumando il vetro della cabina e ferendo mortalmente Dodoli. Le parole di Mugnai di fronte al Gip Giulia Soldini potrebbero chiarire alcuni dei tanti punti ancora oscuri della vicenda, a partire dai motivi di astio tra i due uomini. Un rancore sfociato nell'attacco di Dodoli a bordo del macchinario da lavoro concretizzatosi dapprima contro le auto parcheggiate nel vialetto e poi nei colpi di benna per sventrare il casolare. Fino al tragico epilogo degli spari.

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