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Cronaca

L'allarme che suona e i controlli dentro e fuori dall'Archivio di Stato. Un guasto o un errore dietro all'episodio di ieri

Quella voce stridula e ridondante della sirena ha riempito in un istante l'aria della prima domenica di ottobre, quella della Fiera. E' mezzogiorno e mezzo e in centro oltre ai banchi degli antiquari ci sono turisti, visitatori e famiglie. Si...

Quella voce stridula e ridondante della sirena ha riempito in un istante l'aria della prima domenica di ottobre, quella della Fiera. E' mezzogiorno e mezzo e in centro oltre ai banchi degli antiquari ci sono turisti, visitatori e famiglie. Si godono tutti un debole sole di autunno quando, ad un tratto dall'Archivio di Stato ecco di nuovo suonare l'allarme dell'antincendio.

E' stata una giornata particolarmente movimentata quella che si è verificata ieri in piazzetta del Commissario.

Neanche un mese fa, nello stesso posto, le sirene dell'allarme si sono sommate a quelle della macchina dei soccorsi giunti sul posto per tentare di salvare la vita a Piero e Filippo, i due dipendenti dell'Archivio morti in seguito ad una fuga di gas all'interno proprio delle sale dello storico palazzo. Ieri l'allarme è tornato a suonare. "Un errore. Un malfunzionamento. Di sicuro nessun incendio o fuoriuscita di argon". Le rassicurazioni sono state quelle date dai vigili del fuoco che hanno effettuato i sopralluoghi sia nel perimetro esterno dell'edificio che dentro alle sale.

Quello di ieri è stato un falso allarme. Nessuna anomalia è stata riscontrata se non quella appunto dell'innesco dell'allarme che ha suonato per lungo periodo.

"Un errore" lo hanno definito. Niente altro.

I controlli all'interno dell'edificio sono andati avanti per oltre 3 ore. I vigili del fuoco sono entrati con tute protettive e maschere antigas legandosi con una corda l'uno altro formando una catena umana.

Ma all'interno delle sale di consultazione niente. Nessuna anomalia in corso.

L'episodio si è verificato a pochi giorni dopo la procedura di back up avviata sull'apparecchiatura presente all'interno dell'edificio e che avrebbe conservato i dati relativi a quanto accaduto il 20 settembre scorso.

Sulla vicenda infatti, come noto, è stata aperta un'inchiesta. Nel registro degli indagati sono stati scritti 5 nomi: quello del direttore dell’Archivio, Claudio Saviotti, del titolare dell’azienda Remas che ha in appalto la manutenzione dell’impianto antincendio Maurizio Morelli, quello geometra che ha avuto un incarico dalla Remas, Franco Conti, e due funzionari tecnici romani, il cui nome è in calce al piano di sicurezza realizzato per conto della società cui il Mibac ha affidato la gestione della sicurezza nei suoi edifici, Monica Scirpa e Alessio Vannaroni. Restano da comprendere le ragioni tecniche che si celano dietro a questo episodio. E' per questa ragione che la Procura di Arezzo potrebbe già dalla prossima settimana nominare uno o più esperti affinché ricostruiscano nel dettaglio quello che è accaduto quel maledetto 20 settembre.

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