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Cronaca

La battaglia giudiziaria di 5 orafi contro una banca. Forzoni: "Ci chiedeva 260mila euro, ma siamo noi i creditori"

Da 261 mila euro a 40 mila. A tanto, per adesso, si è ridotto il credito che vantava una banca nei confronti di 5 persone, ex soci, fideiussori di un'azienda orafa aretina fallita nel 2003. Dal Tribunale di Arezzo in primo grado, alla sentenza...

Da 261 mila euro a 40 mila. A tanto, per adesso, si è ridotto il credito che vantava una banca nei confronti di 5 persone, ex soci, fideiussori di un'azienda orafa aretina fallita nel 2003. Dal Tribunale di Arezzo in primo grado, alla sentenza della Corte d'Appello, la somma che avrebbero dovuto pagare si è ridotta così dell'85%. Avrebbero, perché intanto il decreto ingiuntivo è decaduto, ma anche perché ancora non è detta l'ultima parola. I cinque ex imprenditori sono seguiti da Maurizio Forzoni di Sos Abusi e dall'avvocato aretino Paolo Leucalitti, i due tecnici che, fatti e rifatti i calcoli stanno preparando il ricorso in Cassazione.

La storia

L'azienda inizia a operare con la banca con un conto corrente ordinario ed altri collegati per l'anticipo fattura ed il salvo buon fine. Il lavoro va avanti fino al 2003 anno in alcuni creditori depositano decreti ingiuntivi e l'azienda viene fichiarata fallita. La banca si inserisce tra i creditori, chiede ed ottiene un decreto ingiuntivo provvisoriamente esecutivo, intimando di pagare la somma di euro 261.274,77.

I cinque ex soci, sono i fideiussori. Sta a loro rispondere di quanto richiesto, ma decidono di fare opposizione al decreto con varie motivazioni tra cui il superamento delle soglie usurarie, nullità contrattuali, nullità nella commissione di massimo scoperto e nullità per anatocismo.

L'iter giudiziario

Inizia la causa civile e nel 2007 il Tribunale di Arezzo emette la sentenza di primo grado, diminuendo la pretesa creditizia della banca a 169.629,66 euro.

A questo punto i tecnici di Sos Abusi riprendono in mano tutte le carte ed i conteggi convincono tutti a ricorrere in Corte d'Appello che a sua volta rinnova la consulenza tecnica d'ufficio sul caso.

maurizio-forzoni-sos-abusiLa sentenza di secondo grado è di pochi giorni fa ed è eclatante: la banca può vantare un credito di soli 40.481,25. Dall'inizio del percorso giudiziario quindi il credito della banca è stato ridotto dell'85%.

"E se i fideiussori non avessero proposto opposizione e avessero pagato l'intera somma richiesta dalla banca, cosa si sarebbe realizzato? - commenta Forzoni - Ricordo che la richiesta di una somma in realtà non dovuta può prefigurare il reato di estorsione."

Incassato questo successo e questo seppur parziale riconoscimento, i cinque ex soci aretini, insieme a Sos Abusi ed al loro difensore non si fermeranno qui.

"Stiamo preparando con l'avvocato il ricorso in Cassazione - spiega Maurizio Forzoni - secondo noi in base alla normativa vigente, queste persone, non solo non avrebbero dovuto pagare, ma vantano un credito altissimo nei confronti della banca, cioè dovrebbero avere indietro circa 300 mila euro più gli interessi. Per questo non ci riteniamo soddisfatti e stiamo anche valutando se portare questa sentenza in Procura della Repubblica per chiedere di verificare se ci siano accertamenti penali da fare."
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