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Cronaca

Inchiesta Multiservizi, gli incontri tra Ghinelli e i parlamentari. D'Ettore: "Forza Italia estranea". La memoria di Amendola

Sulla nomina di Amendola e la presunta promessa di aiuto al consigliere Bardelli sono stati sentiti dagli inquirenti anche D'Ettore e Mugnai. Le loro reazioni

Da un lato un problema economico, dall'altro uno politico. Nel mezzo una promessa, della quale tutti hanno parlato ma nessuno ha scritto nulla. E' questo il contesto nel quale si è sviluppato il filone dell'inchiesta Coingas che ha travolto Arezzo Multiservizi, il suo ex presidente Luca Amendola, il consigliere comunale Roberto Bardelli, il sindaco di Arezzo Alessandro Ghinelli e il presidente di Arezzo Casa Lorenzo Roggi e la cui onda d'urto ha investito anche i parlamentari di Forza Italia, Stefano Mugnai e Felice Maurizio d'Ettore. 

Nelle oltre seimila pagine dell'inchiesta coordinata dal pm Andrea Claudiani - e passata adesso al pm Roberto Rossi - ci sono le intercettazioni ambientali registrate da Staderini, ma anche le parole dei parlamentari che prendono le distanze dalle vicende aretine. E' riportata inoltre una lunga memoria di Amendola, che spiega al pm la sua versione dell'intera vicenda.

Il problema economico e quello politico

Il fulcro è il consigliere Bardelli. Breda, così lo chiamano gli aretini, si trova in difficoltà e confida nell'aiuto di Amendola. Ha un problema economico, è vero, ma anche politico. Alle elezioni del 2015, infatti, è stato il più votato di Forza Italia ma è l'unico rimasto senza un incarico.  E adesso ha urgente bisogno di liquidità. Tutta la sua preoccupazione emerge in un incontro con Ghinelli, Staderini (che registra ogni parola) e Roggi. E' proprio quest'ultimo a far pressione su Ghinelli affinché parli con Mugnai e D'Ettore per far muovere Amendola. Ma per cosa? Amendola avrebbe promesso a Bardelli una "utilità economica" se avesse indicato al sindaco il suo nome per presiedere una partecipata. Un totale di 200 mila euro, tramite un fido in banca. Ma dopo la nomina in Multiservizi, la promessa - lamentano Bardelli e Roggi - sarebbe stata disattesa. 

Roggi propone di chiamare i parlamentari, Staderini sostiene l'idea: "L'unica soluzione è proprio stringere secondo me, premere su loro". Il sindaco quindi si fa avanti : "Col Mugnai ci parlo io". L'incontro avverrà a Siena, durante le vacanze dell'onorevole, e parleranno dell'argomento. Stando a quanto riferisce Ghinelli però "i patti esattamente quali erano non lo sa nessuno", anche se Mugnai avrebbe detto che Amendola qualcosa avrebbe fatto (forse riferendosi alla sponsorizzazione di un evento), senza quindi negare l'ipotesi di un accordo. Non va altrettanto bene il colloquio con il D'Ettore: il primo cittadino sostiene che l'onorevole  gli abbia risposto "io mi occupo di politica non mi occupo di rapporti umani".

Le risposte dei parlamentari

Sentiti dagli inquirenti i due parlamentari prendono le distanze dalla vicenda. Le reazioni, quando sono state fatte ascoltare loro le registrazioni dei colloqui, sono riportate nel fascicolo. D'Ettore parla di "affermazioni prive di fondamento e non vere, Forza Italia era estranea a qualsiasi presunto accordo di questo genere". Poi si arrabbia sentendo l'audio di Bardelli che commenta nei suoi confronti: "Se potessi lo sparerebbi".  Per tutta risposta D'Ettore dice: "Prendo atto delle affermazioni nei miei confronti, offensive e non vere".

Mugnai ripercorre l'incontro di Siena, poi ascolta le conversazioni in cui Ghinelli dice: "Mi hanno sempre detto se vuoi bene al Breda nominalo...Vuoi bene al Breda? Nomina l’Amendola". E il parlamentare commenta secco: "Questa affermazione del sindaco Ghinelli è del tutto priva di ogni fondamento".

La memoria depositata da Amendola

"L'ho aiutato fin dal 2012", così Luca Amendola ricorda nella memoria che ha inviato al pm Claudiani. Bardelli gli faceva "compassione", si legge, "perché si capiva che non riusciva ad amministrare con oculatezza i proventi lavorativi". Poi sostiene di non aver mai chiesto al consigliere comunale il suo appoggio per essere nominato alla guida di Arezzo Multiservizi. 

Poi il racconto della convocazione da parte del sindaco di una riunione per "risolvere i problemi del Bardelli". Amendola racconta che era in vacanza in Slovenia e che rientrò appositamente. L'incontro si svolse nella sede di lavoro di Staderini: Bardelli non c'era, ma c'erano Roggi e un amico avvocato di Bardelli. Gli animi si surriscaldarono: "La riunione fu molto agitata, più volte protestai che non capivo il loro atteggiamento e che mi stavano facendo pressioni indebite, ricordo che usai più volte la frase 'mi state taglieggiando'". Poi disse che si poteva "anche dimettere".

Le dimissioni sono arrivate subito dopo l'avviso di garanzia: "La spinta alle dimissioni me l'ha data la lettura dei colloqui nei quali chi mi aveva nominato e che pubblicamente ed apertamente mi gratificava della sua stima accettava che in privato fossero usate espressioni inqualificabili nei miei confronti".

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