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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Cortona

Conti correnti sequestrati, l'inchiesta che coinvolge l'imprenditore e consigliere comunale della Lega (ora dimesso)

Dopo la notizia delle dimissioni di Fabrizio Del Serra dal consiglio comunale di Cortona, spuntano dettagli sulle motivazioni che l'hanno spinto a lasciare. E' coinvolto in un'indagine portata avanti dalla Guardia di Finanza. E' difeso dagli avvocati Marco Cocchi e Niki Rappuoli

Dopo la notizia delle dimissioni di Fabrizio Del Serra dal consiglio comunale di Cortona, spuntano dettagli sulle motivazioni che l'hanno spinto a lasciare. L'ormai ex consigliere di maggioranza (Lega), è infatto coinvolti in un'indagine portata avanti dalla Guardia di Finanza. E' difeso dagli avvocati Marco Cocchi e Niki Rappuoli.

L'indagine che coinvolge Fabrizio Del Serra

Come riporta il Corriere di Arezzo, nell'edizione odierna, "è indagato per frode fiscale e nei suoi confronti è scattato un sequestro preventivo sui conti correnti per 1,8 milioni (...). La compagnia di Arezzo della Guardia di Finanza ipotizza la partecipazione di Del Serra a una frode carosello finalizzata all’evasione dell’Iva incentrata su una società svizzera che vendeva prodotti elettronici alla Del Serra Group, l’impresa di cui Fabrizio Del Serra è amministratore delegato".

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Cosa è il Del Serra Group

La società del 57enne, Del Serra Group, ha punti vendita in tutto il Centro Italia, è attivo dagli anni ’50 anni, negli anni '90 è arrivato il grande sviluppo che permette al gruppo di contare oggi 6 medie strutture a marchio Euronics, uno di arredamenti plurimarca, 3  a marchio esclusivo Stosa, uno a marchio Scavolini e un’attività immobiliare.I punti vendita Euronics sono a Vallone (Cortona), Le Farniole (Foiano), Sansepolcro, Castiglion del Lago (Pg), Gubbio, Spoleto. I negozi di mobili sono a Grosseto, Ravenna, Città di Castello (Pg), Arezzo, Empoli (Fi).

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L'inchiesta delle fiamme gialle e la difesa

Le fiamme gialle - continua il Corriere - ritengono che il gruppo Del Serra rivendeva i prodotti tecnologici provenienti da una società svizzera ad altre società che, sempre per l’accusa, rinviavano all’estero il materiale e che alla fine questo tornasse nella disponibilità del primo rivenditore, un cinese, che non versava l’imposta sul valore aggiunto. Del Serra respinge le accuse e i suoi avvocati Niki Rappuoli e Marco Cocchi sono al lavoro per difenderlo. Secondo quanto riferito proprio dalla difesa, anzi, Fabrizio Del Serra si ritiene parte offesa nel contesto di una truffa intracomunitaria perché nei suoi confronti venivano emesse fatture con Iva quando invece doveva essere applicato il reverse charge, dato che la società al centro del business non era della Svizzera, ma italiana, con sede secondaria operativa in provincia di Como.

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