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Cronaca

Hackerato il profilo instagram di Sabot. "Sei giorni di attesa, poi si è risolto tutto. E senza pagare il riscatto"

Il negozio di calzature vittima del phishing. I titolari non hanno ceduto alla richiesta di 250 dollari per riavere indietro gli accessi e si sono affidati alla polizia postale e all'assistenza del social. Oggi il lieto fine

"Ci hanno hackerato il profilo Instagram che utilizziamo per lavoro e per l'e-commerce. E ci hanno pure chiesto 250 dollari di riscatto che però non abbiamo pagato. Alla fine siamo riusciti, grazie all'assistenza del social, a rientrare in possesso dei nostri dati di accesso. Ma sono stati 6 giorni complicati".

Riccardo Peloni, figlio del titolare Mauro e di Paola Bindi, gestisce l'attività online del negozio di calzature Sabot, da qualche mese trasferitosi da via Crispi a Corso Italia. Punto di riferimento per tanti aretini, vanta ormai una clientela numerosa pure fuori città, grazie all'intensa e apprezzata attività sul web. Il profilo Instagram, attivo da dieci anni, conta oltre 26mila followers e 1.200 post pubblicati.

"C'era il rischio che gli hacker potessero utilizzarlo in modo improprio, danneggiando la nostra immagine, oppure addirittura eliminarlo - ha spiegato Riccardo. Per riattivarlo ci sarebbe voluto chissà quanto tempo, ammesso fosse stato possibile".

La madre, Paola, ha ricostruito la vicenda con un post su Facebook.

"Racconto la nostra storia perché potrebbe essere di aiuto anche ad altri, visto che in questi casi soltanto il tempismo e i giusti passaggi fanno la differenza. Venerdì 14 gennaio alle 12 riceviamo una mail apparentemente innocua con un link che non avrei mai dovuto aprire. Il messaggio sembra veritiero, in realtà è un tentativo di phishing. Ci attiviamo nell’immediato, ma è già troppo tardi: hanno cambiato nome utente, password e mail di riferimento al nostro profilo. Inizia uno scambio di sms con l’hacker, il riscatto non è un prezzo troppo alto da pagare e non nego la tentazione di farlo. La ragione però prevale sull’istinto, anche se la pressione psicologica è forte. Anziché pagare abbiamo denunciato i fatti alla polizia postale. Tutto bene quello che finisce bene, oggi siamo rientrati in possesso dell’account. Evviva! Grazie di cuore a tutti quelli che ci hanno sostenuto e consigliato e soprattutto all’assistenza Facebook e Instagram".

"I problemi veri nella vita sono altri - ha aggiunto Riccardo. Ma il disagio non è da poco: avevo anche gli estremi della carta di credito inseriti all'interno del profilo e quindi ho dovuto compiere tutti i passi necessari per tutelarmi. E per fortuna che non sono riusciti ad hackerare il business manager di Facebook. In ogni caso, seguendo alla lettera i passaggi richiesti, e inviando un video selfie all'assistenza di Instagram, abbiamo recuperato tutto. Mai fidarsi comunque, il rischio di vedersi sottrarre gli accessi è sempre concreto".

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