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Gratien e l'interrogatorio fiume: dai medicinali agli orari che non tornano. La sua verità

Domande e risposte, contestazioni, toni aspri e toni ironici. E' stato un interrogatorio intenso quello di Gratien Alabi, il religioso congolese accusato dell'omicidio e della distruzione del cadavere di Guerrina Piscaglia. Ieri di fronte alla...

Domande e risposte, contestazioni, toni aspri e toni ironici. E' stato un interrogatorio intenso quello di Gratien Alabi, il religioso congolese accusato dell'omicidio e della distruzione del cadavere di Guerrina Piscaglia. Ieri di fronte alla Corte d'Assise il fuoco di fila di domande del pm Marco Dioni ha toccato tutti gli aspetti della vicenda: dai rapporti tra il sacerdote e la casalinga di Ca' Raffaello, alla scansione temporale degli ultimi giorni prima della scomparsa fino alla descrizione del misterioso Zio Francesco. Con alcuni colpi di scena.

L'interrogatorio, durato quasi sette ore, si è aperto con la contestazione delle dichiazioni di Alabi che si discostavano da quanto verbalizzato durante l'interrogatorio svolto in carcere. Ed è stato a questo punto che il religioso ha affermato di non essere stato abbastanza lucido in quell'occasione perché costretto a prendere delle medicine per dormire - a suo dire in seguito ad una disposizione del Gup - che in carcere gli venivano somministrate mattina e sera. "Non ho ancora capito che tipo di cura fosse, so che dormivo molto".

Poi il cuore della storia: “Guerrina prima dell’operazione diceva che avrebbe voluto un figlio da me – ha sostenuto Gratien -. Lo diceva di continuo. Io le ho chiesto se era incinta e gli ho detto che se lo era l’avrei portata in ospedale per verificare. Non avrei accettato che il mio onore e la mia dignità fossero calpestati”. Non è chiaro se Guerrina affermò mai di essere incinta, di fatto però Gratien si era informato su come fare un test di gravidanza presso l’ospedale di Perugia e aveva anche organizzato tutto per portare la donna per un accertamento. Guerrina però quella mattina non si presentò.

Poi la ricostruzione di quel primo maggio nel quale la donna scomparve: con confusione di orari, ma anche con la certezza, da parte di Gratien dell'incontro e delle parole scambiate con zio Francesco.

Schermaglie e scintille tra pm e imputato si sono susseguite per tutta la durata dell'udienza. Anche nella seconda parte, quella svolta nel pomeriggio, dove è stata di nuovo delineata la figura di Zio Francesco: Gratien ha descritto l'uomo incontrato per la prima volta quel 1 maggio nella chiesa di Sestino. Un nordafricano, non molto alto, che gli chiese di parlare. Si allontanarono e si fermarono i sagrestia. Per Gratien fu una sorta di confessione e proprio dietro al segreto confessionale si sarebbe trincerato fino a settembre quando però il suo superiore gli disse che lo scambio avuto con l'uomo poteva non essere considerato una confessione.

"E' stata una giornata intensa ma positiva - ha commentato il legale del religioso, Rizieri Angeletti - il mio assistito ha risposto ad ogni domanda con puntualità, non ha avuto crolli di nessun tipo nonostante la fatica di dover sostenere ore di interrogatorio. Non abbiamo fatto passi indietro, anzi".

Il procedimento riprenderà il prossimo 15 luglio. Alabi sarà interrogato dalle parti civili e poi seguiranno le domande della difesa. Quindi ci sarà una lunga pausa e del "caso Guerrina" torneremo a parlare il prossimo 30 settembre.

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