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"La cassaforte riempita di gas e sventrata", così la banda ha agito a Ponticino

Alberi tagliati e adagiati sulla strada, auto usata come ariete: il racconto del titolare dell'azienda Jessica Jewels

Una banda di professionisti, in grado di pianificare un colpo da film, metterlo in pratica e poi volatilizzarsi. E' quella che questa notte ha assaltato un'azienda di Ponticino: la Jessica Jewels. Erano circa le 3 di notte quando la banda è entrata in azione.

"Hanno rubato un'auto - racconta uno dei titolari dell'azienda Marco Benedetti - e poi si sono diretti verso la zona industriale. Per bloccare le vie d'accesso all'area hanno buttato giù delle piante, alcune secolari, e le hanno spostate in mezzo alla strada. Poi hanno forzato il cancello dell'azienda e si sono introdotti da un portone laterale". 

All'interno del capannone industriale si sono fatti strada fino alla zona dove si trova la cassaforte poi assaltata. "Si sono concentrati su quella e non su caveau. Si tratta di una cassaforte da 80 quintali, ma dobbiamo ancora quantificare quanto metallo è stato portato via. Di sicuro i danni sono ingenti".

La cassaforte sarebbe stata riempita di gas (acetilene e ossigeno) e poi sarebbe stata fatta saltare con un innesco a distanza. "Evidentemente sapevano che l'esplosione sarebbe stata violenta - commenta Benedetti -. Ogni porta della cassaforte pesa 12 quintali: nell'esplosione sono state sbalzate e hanno buttato giù un muro e distrutto alcuni macchinari". 

Poi con un flessibile la banda ha aperto un varco nella recinzione ed è scomparsa nel buio della notte. Portandosi dietro un bottino molto ingente. Contrariamente a quanto emerso in un primo momento, i preziosi trafugati potrebbero valere alcune centinaia di migliaia di euro. 

"Le telecamere di videosorveglianza hanno ripreso tutto" racconta il titolare. Proprio come in un film i ladri, tre o forse 4, con il volto coperto, si sono introdotti nell'azienda muovendosi con disinvoltura. Immagini che adesso sono al vaglio degli inquirenti, che stanno analizzando, frame dopo frame, quanto immortalato dal sistema di sicurezza.

Sulla vicenda sta indagando la compagnia dei Carabinieri di Arezzo guidata da Silvia Gobbini.

"La mia impressione - dice Benedetti - è che questa banda abbia già colpito ad Arezzo. Le modalità sono simili a quelle utilizzate tempo fa a Castelluccio. Mi auguro che non ci siano più colpi di questo tipo. Purtroppo però le forze dell'ordine sul territorio, pur facendo i salti mortali, non molte. Soprattutto in relazione alle caratteristiche della provincia di Arezzo, dove l'oreficeria è un settore trainante e dove i metalli preziosi, necessariamente, sono presenti nelle aziende. Serve più sicurezza". 

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