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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Cortona

Morto dopo il rogo dell'auto, oggi l'ultimo saluto a Sandrelli

Il pittore si è spento dopo settimane di agonia in un ospedale romano. Il toccante post di Jacopo Melio: "Mai arrendersi all'indifferenza, dobbiamo ripartire da tutta un’altra educazione"

L'ultimo saluto a Francesco Sandrelli, il pittore 53enne morto in seguito alle gravissime ustioni riportate mentre era a bordo della sua auto che è andata a fuoco, è previsto per oggi. Si svolgeranno nel primo pomeriggio, alle 14,30, presso la chiesa di Cristo Re a Camucia i funerali. 

La vicenda ha colpito molto gli italiani e sulla tragedia sta indagando anche la procura di Roma. Il terribile incidente è avvenuto allo scorso 6 febbraio: erano le 12 circa quando, per motivi ancora da accertare, la sua auto si incendiò lungo il Grande Raccordo Anulare, all'altezza dei Casal del Marmo. Sandrelli riuscì ad accostare lungo la corsia d'emergenza e poi scese, cercando disperatamente di salvarsi. Ma le fiamme gli avevano già avvolto le gambe e il giubbotto, causando ustioni quei drammatici momenti con il cellulare: i file finirono in rete, sulle pagine web di Welcome to Favelas (poi il video fu rimosso). Una frase raccapricciante si udiva di sottofondo: "A zi hai pijato foco? Senti che callo mamma mia". Una situazione surreale, che scatenò subito polemiche e sulla quale oggi la procura, proprio in seguito al decesso, è intenzionata a fare luce. La domanda che si pone la pm Silvia Sereni è se vi fu omissione di soccorso da parte dell'autore del video che avrebbe potuto chiamare i soccorsi, guadagnando minuti preziosi. 

Negli scorsi giorni - stando a quanto riporta il quotidiano Repubblica - i familiari hanno presentato un esposto chiedendo di chiarire i motivi dell'incendio: da un malfunzionamento a un problema di fabbrica. 

Intanto l'ondata di commozione non si placa: il sindaco di Cortona, Luciano Meoni ha inviato un messaggio di cordoglio nella quale si augurava "che venga fatta luce e si accertino le eventuali responsabilità fra coloro che anziché soccorrere una persona in pericolo, hanno pensato a fare altro, omettendo quello che è un dovere civile e oltraggiando la dignità umana".

Il post di Jacopo Melio

Nei giorni scorsi un toccante post è stato scritto da Jacopo Melio, consigliere regionale, giornalista e scrittore: 
"Sia chiaro, senza la giusta strumentazione nessuno chiede di buttarsi nel fuoco rischiando la vita. Ma tirare dritto senza chiamare aiuto è qualcosa di abominevole, ancor più se anziché per telefonare ai soccorsi si utilizza il cellulare per riprendere la scena e magari inviarla ai propri amici “per divertimento”.
Non possiamo arrenderci alla crescente indifferenza di questa società, dobbiamo ripartire da tutta un’altra educazione: familiare in primis, ma anche stradale, costruendo una cultura del soccorso solida, formando le persone affinché sviluppino capacità ed empatia per non voltarsi più dall’altra parte.
Un abbraccio alla famiglia di Sandrelli".

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