Si finge 007 per conquistare una donna: accusato di stalking rischia 3 anni
Avrebbe costruito un castello di bugie per controllare e conquistare una giovane traduttrice di Montevarchi
E' accusato di stalking e di uso di atto falso: per conquistare e tenere legata a sé una giovane donna l'avrebbe convinta di essere un agente segreto, l'avrebbe perseguitata istallandole un software nel telefono cellulare e l'avrebbe allontanata da amici ed ex addebitando loro passati torbidi ed espiso di satanismo. Il protagonista di questa incredibile vicenda è un poliziotto siciliano per il quale ieri la pm Elisabetta Iannelli ha chiesto una condanna a 3 anni di carcere, mentre per un altro poliziotto considerato un complice è stato chiesto il rinvio a giudizio. La sentenza è attesa tra poche settimane. La vicenda, che vede vittima una giovane traduttrice di Montevarchi, ha fatto molto scalpore.
Il finto 007 è assistito dall'avvocato Luca Fanfani. Ha chiesto di essere giudicato con rito abbreviato. Il presunto complice è assistito dall'avvocato Piero Melani Graverini: sostiene di essere stato raggirato dall'ex collega e attende di capire se la sua posizione sarà archiviata o se dovrà affrontare un processo ordinario. Nella prima udienza la giovane donna si è costituita parte civile ed è assistita dall'avvocato Alessio Ruoppo di Napoli.
La storia del finto 007
La vicenda risale al 2018 quando l'uomo - 47enne all'epoca dei fatti - ricopriva il ruolo assistente capo della polizia di Siracusa e ha conosciuto la 38enne aretina che aveva inviato alla procura della città siciliana un curriculum. La donna, che parla russo, ucraino e inglese, cercava un lavoro come traduttrice.
Il 47enne si sarebbe invaghito subito e avrebbe tentato di conquistarla costruendo un castello di bugie: si sarebbe infatti finto un agente segreto di una fantomatica agenzia denominata Argo, e grazie anche all'aiuto di un collega 60enne, vice commissario sempre a Siracusa, aveva fatto credere alla donna di essere stata a sua volta reclutata. Dalle carte finite sul tavolo del giudice per le udienze preliminari Giulia Soldini, sarebbe emerso che il 47enne le aveva anche affidato un incarico in una presunta missione anti terrorismo. Ma nulla era reale.
Nel frattempo la donna si era trasferita a Roma per seguire un master. È stato allora che il poliziotto, secondo l’accusa sostenuta dalla pm Chiara Pistolesi, avrebbe installato nel telefono della traduttrice una app per spiarla, inventando però che si trattava di un dispositivo necessario per proteggerla da un suo ex. E' a questo punto che la già fantasiosa storia prende una piega paradossale, il poliziotto avrebbe detto alla donna che l'ex sarebbe stato a capo di una setta satanica russa. L’uomo si sarebbe fatto passare anche per un sacerdote, sempre collegato ai servizi segreti, il quale avrebbe contattato telefonicamente la 38enne.
La giovane traduttrice ha iniziato a nutrire dubbi e ha chiesto di essere pagata per la fantomatica missione della quale era stata incaricata e che aveva svolto per l’altrettanto fantomatica agenzia Argo. A questo punto il poliziotto e il presunto complice avrebbero falsificato un documento della presidenza del Consiglio nel quale era scritto che presto le sarebbe stato pagato il compenso e in seguito le hanno fatto un bonifico di 6mila euro. Soldi questi provenienti dai conti del 60enne presunto complice.