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Cronaca San Giovanni Valdarno

Azienda "fantasma" con 28 lavoratori in nero in tre anni. Maxi multa da 200mila euro

L'impresa era totalmente sconosciuta al fisco: constatati dai finanzieri redditi non dichiarati per circa un milione di euro

Era una vera e propria azienda, con tanto di dipendenti. Ma era complatamente sconosciuta al fisco e negli ultimi tre anni aveva avuto ben lavaratori 28 "in nero" e altri 9 con contratti irregolari. A scoprirla sono stati i finanzieri della compagnia di San Giovanni Valdarno, guidati dal comandante Riccardo Siani, nell’ambito dei servizi di controllo economico del territorio, a seguito di un’accurata attività investigativa nell’area valdarnese. 

Nel mirino è finito un laboratorio in cui venivano fabbricate calzature. Era gestito da un imprenditore di origini cinesi, ma da tanto tempo presente in Valdarno, che nel periodo preso in considerazione dalle fiamme gialle ha avuto quasi quaranta dipendenti: nessuno con un contratto regolare. In questo modo riusciva ad abbattere i costi aziendali e faceva una concorrenza sleale alle altre imprese del disrtretto che hanno sempre agito nel pieno della legalità.

Contratti inesistenti o "irregolari"

Le indagini dei finanzieri hanno preso il via tre anni fa: incrociando le informazioni custodite nelle banche dati, ma anche con controlli diretti tra le aziende del territorio, si sono imbattute nel laboratorio. Hanno così scoperto che in quel periodo ben 28 persone avevano lavorato per almeno 60 giorni nell'azienda completamente "in nero". Oltre a loro, 9 persone avevano lavorato con contratti irregolari: ovvero avevano un contratto regolare che prevedeva un compendo di 500 euro, ma a fine mese ne guadagnavano 1500. 

La maxi multa

Nei confronti dell'imprenditore è stata spiccata una mxi multa: oltre 200mila euro. La sanzione minima prevista per ciascuno dei 28 lavoratori era infatti di 7200 euro, ma in alcuni casi, e in base ai giorni di lavoro, poteva aumentare.  Alla fine è stata una multa pesantissima, alla quale probabilmente se ne aggiungeranno altre: tra le varie irregolarità infatti sono stati constatati dai finanzieri anche redditi non dichiarati per circa un milione di euro, violazioni all’Iva ed in materia di ritenute sui redditi di lavoro dipendente, per 300mila euro, che con molte probabilità saranno al centro di un contenzioso con l'Agenzia delle entrate. 

Il lavoro nero in provincia di Arezzo

Dall’inizio dell’anno, anche in sinergia con l’Ispettorato Territoriale del Lavoro, sono stati ben 113 i lavoratori “in nero” ed irregolari scoperti nella provincia di Arezzo dai vari Reparti della Guardia di Finanza, in particolare, 62 nel Valdarno (ai quali si aggiungono alcuni dei 28 trovati nell'azienda "fantasma"), 24 nella Valdichiana, 17 nel Casentino e 10 nella Valtiberina.
"Nel corso dei vari interventi - spiega il comando provinciale della Guardia di Finanza - , è stato individuato anche un minorenne, di origine bengalese, impiegato nella lavorazione e saldatura di metalli preziosi, o ancora sono stati scoperti due soggetti clandestini, impiegati, anche in questo caso, presso un laboratorio orafo". 
Sono 11 le attività aziendali "sospese", per aver impiegato forza lavoro irregolare in percentuale superiore al 10% del totale dei dipendenti dichiarati, in violazione alla specifica normativa lavoristica.
"Le categorie economiche interessate dall’illecito fenomeno vanno dalla ristorazione al commercio al minuto, dall’attività di autolavaggio, all’agricoltura, fino a coinvolgere imprese del settore del manifatturiero.
L’azione del Corpo si pone a contrasto del lavoro “nero” e irregolare, che costituisce una vera e propria “piaga” per l’intero sistema economico, poiché sottrae risorse all’erario, mina gli interessi dei lavoratori, spesso sfruttati, e favorisce una competizione sleale in danno degli operatori economici onesti
".

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