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Cronaca

Droga dall'Albania alle coste del Brindisino, uno dei referenti viveva ad Arezzo. Chiesta una condanna a 7 anni

Sono 10 in tutto le persone coinvolte: uno di questi è un albanese residente ad Arezzo che era un punto di riferimento per chi dall'Albania riforniva i trafficanti brindisini

La droga arrivava dall'Albania a bordo di motoscafi. Era diretta nelle coste del Brindisino: fra Torre Guaceto e Santa Sabina. E' qui che la Guardia di Finanza di Brindisi l'ha sequestrata dando il via ad una imponente operazione volta a sgominare quella che l'accusa non ha esitato a descrivere come una associazione a delinquere. Dieci persone furono arrestate, otto brindisini e due albanesi, uno dei quali residenti ad Arezzo. Oggi presso la Corte d’Appello di Lecce è stata avanzata la richiesta di confermare le condanne inflitte in primo grado. Ovvero condanne che vanno dai 14 anni, la più pesante, a 7 anni, la più mite chiesta proprio per l'uomo che risiede ad Arezzo, accusato di essere un referente in loco dei fornitori. 

La difesa, le accuse e i ruoli

Come riporta oggi BrindisiReport , secondo i pubblici ministeri Guglielmo Cataldi e Valeria Farina Valaori, titolari del fascicolo d’inchiesta chiamata Griko, ruolo di primo piano sarebbe stato assunto da un brindisino 50enne che avrebbe “diretto e organizzato il sodalizio finalizzato  al trasporto via mare della marijuana, per l’ingresso sul territorio italiano” in contatto diretto con gli albanesi. A lui avrebbe fatto diretto riferimento un altro brindisino che si faceva trovare “presente ai punti di sbarco della droga”. Sempre secondo questa ricostruzione, partecipe nel ruolo di “fornitore del gommone e del motore, sarebbe stato un terzo uomo, sempre brindisino, incaricato di occuparsi del rifornimento di benzina. Seguendo l’organigramma tracciato dalla procura, gli albanesi sarebbero stati i “referenti in loco dei fornitori” del loro Paese.

Gli arresti e gli sbarchi

Gli arresti risalgono al 30 giugno 2017. I militari della Guardia di Finanza hanno ricostruito gli sbarchi nei pressi di Torre Guaceto e Torre Santa Sabina avvenuti nei mesi precedenti sino ad arrivare alla contestazione legata all’esistenza di un sodalizio finalizzato al narco traffico.

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